giovedì 10 novembre 2016

Cosa succede - Il punto della settimana n.1

Sono tornato da poco a scrivere e già lancio una seconda novità.
Dopo la storia sulla vita di John (che spero vi piacciano), ho deciso di fare un post settimanale sugli argomenti secondo me più importanti o interessanti della settimana.

Argomenti liberi, senza schema e, anzi, se ne avete da indicarmi o consigliarmi, ben vengano!

Direi che, elezioni negli Stati Uniti a parte (sulle quali mi sono espresso in un post precedente), l'attualità italiana ruota attorno ai temi del Referendum Costituzionale, dei migranti, del terremoto e della legge di stabilità in ambito politico.

Temi non di poco conto, visto che ci interessano in molti casi da vicino. Tutti secondo me hanno un filo conduttore: la paura.

Paura di perdere la poltrona (il buon Matteo "stai sereno" Renzi rischia molto), paura del diverso e di non avere abbastanza per tutti (e le città si ribellano ai migranti), la paura di essere abbandonati e di vedere le brutture già viste in passate emergenze (Errani, ma il modello Emilia con il Mude e Sfinge semi-paralizzati chi li ha ideati?) e paura di non portare a casa il piccolo "obolo" per il proprio collegio elettorale (il famoso assalto alla diligenza della stabilità).

La paura è qualcosa che è stato inventato per proteggerci: paradossalmente è così. E' quel qualcosa che ci fa stare all'erta, che ci fa essere pronti a scappare o ci fa paralizzare. Mi chiedo se però di questi fatti recenti e di come sta andando il nostro Paese si debba avere paura. O forse, più che paura, bisognerebbe armarsi di una buona dose di senso critico, e cercare di scrollarci addosso un po' di quel fatalismo e "speraindio" che è tipico della nostra cultura.

Dobbiamo imparare a prevenire le emergenze, come i terremoti e le ondate migratorie, nel senso di essere più attenti nel costruire in sicurezza, con le tecnologie che ci sono e preparare dei piani di gestione dei flussi nell'ottica di tenere in Italia solo chi ha effettivamente bisogno di assistenza e asilo politico, e non chi non ne ha diritto. Anche perché se il destino di queste persone è raccogliere in nero pomodori nei campi a 3 euro a cassa da 50 kg. o ingrossare la manovalanza della malavita, credo che per loro un futuro non esista neanche qua.

Per il Referendum, parlerò in un apposito post più a ridosso. Mentre per l'assalto alla diligenza, beh, credo che sia degna di un film comico: spuntano le richieste più assurde, i rivoli diventano migliaia, e i soldi pubblici vanno ovunque, per puro spirito di regalia, sia da parte di destra che da parte di sinistra. In una sorta di omaggio a chi ti ha votato, che se no poi quando torni ti chiede conto. Soldi a Fondazioni, Enti, sagre paesane e interventi di cabotaggio talmente piccolo, che viene da chiedere se siano degni di essere inseriti in una legge di stabilità nazionale. Quando, probabilmente, basterebbe dotare le Regioni di fondi a tali scopi, di cui rendere conto ogni anno, sul come e dove sono stati spesi. Con meccanismi di solidarietà in caso di calamità, di aiuto per le zone più svantaggiate, oppure per decidere di dare sollievo ai cittadini. Perché magari la sagra del tartufo di chissàdove la si può fare anche senza la prebenda governativa, ma dare un sollievo ai cittadini in difficoltà è il compito principale di uno Stato... Ad maiora!

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