martedì 8 novembre 2016

Io sono John - Episodio 2

Come tutte le mattine sono qui, a passare il badge davanti a quelle porte di metallo che mi separavano dalle scale.

Solito rumorino elettronico, le porte si aprono, e salgo le scale.

Sono tra i primi ad entrare, le signore delle pulizie sono ancora intente a passare l'aspirapolvere sul tappeto rosso del piano "nobile", quello riservato alle grandi autorità ed eccellenze a capo dell'azienda.

Io, quasi per timore di sporcare (e anche perché la signora delle pulizie appare minacciosa con la sua scopa) scanso il tappeto, sfiorandolo appena e girando subito l'angolo per entrare nel mio ufficio.

Chiudo la porta e accendo la luce: è una mattinata nuvolosa e ci si vede poco, e infatti rischio di inciampare contro la gamba della scrivania.
Sposto delle cartacce, mi levo la giacca e accendo il PC. Comincio a pensare a quale giornata mi attende. Spesso si assomigliano tutte: telefonate, file di Excel a profusione, presentazioni di PowerPoint che nessuno vedrà mai (o lo farà, ma buttando nel pattume un secondo dopo la stampa).

C'è un'aria frizzante, siamo agli inizi dell'autunno. Chiudo la finestra lasciata aperta dalla sera prima, per vedere se il clima si ristabilizza. E soprattutto perché fra un po' da quella porta entreranno le colleghe freddolose/accaldate/avete sempre la temperatura inversa rispetto alla mia.

Mi siedo e guardo il foglio scarabocchiato che ho davanti: un insieme di numeri, parole, ghirigori e disegnini apparentemente senza senso, ma che mi fanno venire in mente gli eventi delle giornate passate. Quella risposta data a un collega in difficoltà, il momento in cui ho pensato alle mie lei del passato, il momento di rabbia per qualcosa che non girava.

In un pezzo di carta è incredibile quante emozioni ci possano essere. E quanto possano essere diverse.
Pur se a scrivere è sempre la stessa mano...

Sono immerso nei miei pensieri, qui, nella solitudine del mio ufficio. Nella penombra che aiuta la mente, che immagina mondi meravigliosi, o tristezze, o gioie.
Immagino i miei progetti che si realizzano: una bella famiglia, il mio posto da responsabile, una bella casetta con giardino... Vedo io e la mia lei su una panchina davanti casa, con i nostri figli che giocano rincorrendonsi, il cane che abbaia e scodinzola felice, il sole che illumina la giornata...

Oh caspita si è spento il sole... cioè manca la luce... ma che cav... Mi volto: la signora delle pulizie, quella della scopa, ha spento la luce infilando una mano da dietro la porta. Lo sapevo: non dovevo sfiorare il tappeto appena pulito...

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