domenica 6 novembre 2016

Io sono John - Episodio 1

Buongiorno, il mio nome è John.

Ho 32 anni e vivo in una piccola cittadina della provincia del Nord Italia. Una di quelle province avvolte nella nebbia con il freddo, e che non ti fanno respirare con l'umidità d'estate.

Lavoro nella Direzione Commerciale di una importante azienda locale come impiegato, di quelli che vedi ogni giorno con la camicia e la cravatta nei bar più "in" del centro, sorseggiare un caffè alle 10 o uno spritz alle 18. Ecco, vicino a quei tavolini non mi ci vedrete mai, se non costretto: sono troppo amante del caffè e così poco avvezzo all'apericena alcolico, per uccidere il mio stomaco con quel sapore di bruciato o quel sentore di acqua liscia.

A quei tavolini vedi la più varia umanità, e io, novello Desmond Morris, cerco di intuirne riti, vizi e virtù, tra una pasta e un insalatone, un corretto sambuca e una ciotola di patatine.

Ci sono i bancari chic, tutti presi nelle loro amabili conversazioni sul PIL, lo spread e il concept (e le gambe della ragazza seduta nel secondo tavolino a sinistra.

C'è il gruppo dei giovani studenti universitari ormai cinque anni fuori corso, con un caffè in tre, che discernono con affabile sorriso di grandi temi dell'umanità e di codici di legge, provenendo dalla vicina facoltà di Giurisprudenza (e si, anche loro commentano le gambe della ragazza di prima).

Poi ci sono le due classiche amiche verso gli "anta", con il thè o l'orzo, la pasta vegan senza zucchero, senza burro, e senza olio di palma (insomma un pezzo di cartone vagamente cotto), che parlano di quanto sia "str.." il ragazzo della loro amica tanto dolce e carina, che nel mentre è giustamente uscita anche con il carino dell'appartamento di fronte perché "lui non la merita" e "lei merita di meglio" (anche loro guardano le ginocchia deformate della ragazza del solito tavolino, perché in fondo "che ci troveranno gli uomini in una così").

Ah ovviamente c'è anche la ragazza dalle "belle gambe", ammirata da tutti, ma che sorseggia il suo cappuccino con poca schiuma, in tazza vetro fredda con cacao, che fa finta di non accorgersi delle attenzioni, ma in realtà si bea del suo momento di celebrità.

E infine, immancabili, il gruppo di anziani, signori del tempo che fu, che con fare severo osservano tutto ciò che passa loro intorno, raccontando di ricordi, di "ai miei tempi era meglio", di "la sambuca era meglio una volta" e "se avessi 20 anni meno, la ragazza dalle belle gambe la conquisterei sicuro"...

Peccato che sia ormai ora di entrare in ufficio, rimarrei a osservarli ancora un po'... ma inizia una nuova giornata, e il "tempo è denaro"... (e comunque è vero, quella ragazza del bar era veramente carina...).

Nessun commento:

Posta un commento