giovedì 17 novembre 2016

Cosa succede - il punto della settimana n.2

Ed eccoci all'appuntamento con la rubrica settimanale sugli avvenimenti più interessanti della settimana. Gli argomenti come al solito non mancano, quindi parto subito!

Partiamo dalle vicende dell'Italia a livello economico: il buon Matteo "Stai sereno" Renzi non ha mancato di annunci questa settimana. Il primo riguardava il veto (o astensione, o mettere il broncio, o decidete voi) sul Bilancio Europeo 2017. Per la prima volta l'Italia mostra un gesto formale di non condivisione su come l'Europa vuole investire quanto i vari Stati le destinano. Peccato che, visto che tanto anche senza Italia si va avanti comunque (infatti il veto non esiste per queste decisioni, che non richiedono l'unanimità), l'Europa come un novello Clark Gable francamente se ne infischia.

Il secondo è la crescita del PIL dello 0,3% a livello trimestrale, che porterebbe l'Italia a un dato per il 2016 dello 0,8%. Ora, un PIL che vede un po' di segno più dopo anni di crisi è una cosa buona, ma da qui a gridare al "miracolo" ce ne passa. E' vero che Francia e Germania in questo trimestre hanno fatto peggio di noi (0,2%), peccato che non presentino i nostri problemi strutturali e che alla fine hanno crescite più sostenute della nostra (nell'ordine di oltre l'1%). E dire che con le riforme sale lo spread, intendendo con le riforme quella costituzionale, è una vera presa in giro dell'intelligenza. Le riforme che servirebbero a questo paese sono giustizia, fisco e "sburocratizzazione", quello di cui tutte le imprese estere hanno sempre chiesto per venire in Italia. Che al Senato ci siano degli eletti dal popolo o dei sindaci e consiglieri comunali, a queste aziende interessa molto poco... e anche loro si uniscono al clan Clark Gable.

Il terzo è le varie promesse elettorali, con finanziamenti per ogni cosa possibile, non ultima la decontribuzione totale di 12 mesi per il Sud per tutto il 2017, con scopo assunzione a tempo indeterminato. Peccato che questo "regalo" costi circa 750 milioni di euro, e non credo che questa decontribuzione (con immagino tante assunzioni di comodo, che si trasformeranno in dimissioni molto poco volontarie) possa aiutare gli atavici problemi del Sud, che invece ha bisogno di ponti, strade, una linea di Alta Velocità sostenibile... cioè gli investimenti in infrastrutture, che, casualmente, aumentano si la spesa pubblica, ma generano un volano sicuramente più importante: se costruisco le infrastrutture, le aziende saranno più contente di aprire lì. Ricordiamo i mostri dell'industrializzazione anni '80 soprattutto del settore auto, che una volta finiti gli incentivi fiscali, sono state chiuse o ridotte drasticamente. E di lasciare a casa centinaia di persone, anche queste aziende francamente se ne sono infischiate... E siamo già a tre nel club.

Torneremo sicuramente a parlare del Premier in altri post, ma cambiando argomento, merita una segnalazione anche il doppio gesto di sportività accaduti nelle due partite della Nazionale di Calcio: nella partita contro il Lichtenstein, l'inno italiano non "partiva", ma a quel punto, i tanti tifosi italiani (quasi tutti emigrati nelle vicine Germania, Austria e Svizzera) hanno cantato a cappella, tutti insieme. Il secondo è il gesto di Buffon, il quale, sentendo che l'inno tedesco veniva fischiato sugli spalti, ha cominciato ad applaudire, invitando il pubblico a farlo, per coprire i fischi dei soliti 4 che con il tifo hanno poco a che fare. I tifosi emigrati e Buffon, di una cosa comunque importante come il rispetto per un inno, sia esso il proprio o di altri, non se ne sono infischiati. Almeno qualcuno è uscito dal gruppo... come Jack Frusciante. Ad maiora!

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