mercoledì 30 novembre 2016

Io sono John - Episodio 13

Che fila che c'è oggi in posta. Manderò una raccomandata all'anno, ma come al solito prendo il giorno dove ci sono problemi di linea o non so cosa... Morale: 30 numeri davanti a me. Sto lì, appoggiato a una colonna dello stanzone, rigirando tra le dita il bigliettino con scritto "B101", in attesa di vederlo comparire in rosso a caratteri digitali sullo schermo.

Tra gente seduta, che tossicchia e che guarda impaziente lo stesso schermo, mi coglie un senso di disagio e impazienza, condito dalle solite frasi che sento intorno a me, della serie "come al solito poche casse aperte", "quanto ci mettono queste", "sono i soliti parastatali", "quello lì proprio oggi doveva portare quindici raccomandate".

A questo punto protendo per la calma e la pazienza, e comincio a passeggiare intorno, mentre continuo ad attendere. Mi guardo intorno, e all'improvviso, mentre sto leggendo per la trentesima volta che i bollettini costano 1,10 euro, mi sento dare un colpetto sulla spalla. Leggero e quasi impercettibile, ma netto.

Mi volto, e vedo un volto familiare: "Ciao, John". Dice semplicemente. E' lei, proprio lei. Dopo averla immaginata in auto, me la ritrovo davanti. Truccata leggermente, con il suo solito profumo inebriante, e che mi guarda con i suoi occhi chiari, con un dolce sorriso. "Ciao, Hillary, come stai?" rispondo io, tra lo stupito e l'emozionato.

"Bene, grazie. Cosa fai qui di bello?"
"Ma niente, una raccomandata... E tu cosa ci fai da queste parti?"
"Devo ritirare un pacco che mi ha mandato mia madre, delle cose che mi servivano per casa", risponde con l'aria di chi deve ricevere un pacco pesante.
"Ti vedo in forma, come sempre..." butto lì, per farle un complimento.
"Grazie, anche se forse un po' sono aumentata... Sei sempre complimentoso"
"Eh, sono fatto così, lo sai... e quello che penso lo dico sempre"
"Già, è vero..."
"Ti posso offrire un caffè?"
"Grazie, molto gentile..."
"Vieni c'è un bel bar qui vicino, lo fanno buono"
"Si dai, mi serve per tirarmi su e per svegliarmi, sai questa mattina mi sono svegliata di corsa..."

E da lì una chiacchiera, un ricordo, sorrisi, risate... finché non viene il momento del commiato, che si intreccia in un abbraccio ai suoi fianchi snelli, e mentre mi avvicino, sento di nuovo un colpo alla spalla... "Scusi sa, ma devo passare giovane!". "Ma che dice signora, siamo in strada, ha tutto il tempo per..." cavoli, sono ancora nell'ufficio postale... mi ero distratto a pensare... No, è uscito il B132... mi tocca rifare la fila... eh, peccato, era sicuramente meglio il caffè...


martedì 29 novembre 2016

"Bim Bum Bam" e i tempi che cambiano

Mi è capitato di leggere che Mediaset Extra dedicherà una giornata quasi intera di programmazione il prossimo 11 Dicembre allo storico contenitore di cartoni "Bim Bum Bam".

Questa notizia mi ha fatto tornare in mente tanto ricordi di quando ero bambino, e per tanti "Bim Bum Bam" era un appuntamento fisso, con i suoi cartoni animati e le sue scenette e momenti divertenti, interpretati dai vari conduttori (tra i quali certamente il più famoso è Paolo Bonolis, oltre a Licia Colò nelle primissime edizioni).

E' stato un fenomeno di costume, se vogliamo dire, che ha introdotto in Italia tantissime serie di cartoni animati e telefilm per ragazzi, che ancora oggi sono ricordati da chi oggi ha tra i 30 e i 40 anni, ed è stato bambino proprio tra gli inizi degli anni '80 e i primi anni '90.
Un periodo dove i contenitori pomeridiani di cartoni andavano alla grande, con anche la Rai che faceva la sua parte con "Big" e "Solletico", l'allora Fininvest abbinava anche "Ciao Ciao" e su Telemontcarlo (la LA7 degli albori) andavano in onda programmi come "Amici mostri", che seguivano la falsa riga degli sketch comico-demenziali di altri contenitori (e che ricordo hanno lanciato anche Alessia Marcuzzi, giovanissima nei panni dell'assistente del Professore e Mario Serio, presentatore poi di "Solletico", nei panni del cattivo Inquinetor).

Programmi che hanno funzionato per tanti anni, ma poi piano piano hanno perso ascolti, fino a ridursi sempre più e a scomparire, lasciando la tv senza una vera "fascia per i ragazzi", ma con cartoni animati che sono un po' sparsi in giro, piuttosto che su canali a tema nati con il digitale terrestre.
Gli altri media, come internet, hanno sicuramente contribuito al declino, ma credo che la mancanza di questi programmi abbia lasciato un vuoto. Credo che manchino programmi che stimolino la fantasia dei ragazzi e dei bambini, e che non li lascino a meri fruitori di un cartone animato, ma che diano anche delle possibilità di imparare, di creare qualcosa di manuale, di vedere un tipo di comicità forse demenziale, ma più genuina.

Ora invece so per certo che ragazzini di 11-12 anni già frequentano siti a luci rosse, oppure guardano video su Youtube dai contenuti piuttosto discutibili. E se ne "innamorano", cercando di ripetere le poco edificanti gesta dei personaggi presentati.
L'età per entrare nel mondo dei contenuti adulti, e non parlo solo di pornografia, si sta sempre più abbassando, e questo è un male, perché per prendere visione di certi video o immagini serve una dose di senso critico o qualcuno che ti spieghi cosa stai vedendo, facendoti capire che può esserci qualcosa di sbagliato nel metterti il reggiseno imbottito a 12 anni o a vedere il ragazzo picchiato solo perché è in difficoltà.

Rivoglio Uan, Ambrogio, Bis-Nes, Treddy, Dodò, Carlenstein, i giochi formato gigante della Hasbro, Art Attack e la sigla di Legoland di "Bim Bum Bam". Perché se è vero che un bambino o un ragazzino di oggi possano pensare che siano cose da bimbi dell'asilo, se fossero invece viste al tempo giusto, sarebbero un toccasana per tanti cattivi pensieri di oggi...

lunedì 28 novembre 2016

Io sono John - Episodio 12

Di ritorno dal caffè, mentre scendo le scale per tornare al piano del mio ufficio, mi fermo e osservo fuori dalla finestra. Un sacco di gente cammina per il viale, guardando le vetrine dei negozi che si stanno addobbando per il prossimo Natale. Comincia la corsa al regalo e cominciano quei spesso finti saluti e auguri di circostanza, che però visto che "a Natale siamo tutti più buoni", non si nega a nessuno.

Gli operai del comune stanno montando le luminarie, delle forme più varie, che illumineranno il centro in questi pomeriggi pre-natalizi, anche se, a giudicare dal tempo impiegato per districare la matassa di fili, mi sa tanto che di Santo, per loro, c'è il loro frasario, beneaugurante per i cavi poco "accondiscendenti".

Piano piano vedrò il viale prendere forma, ma per il momento, mi sa che devo tornare alla scrivania. Saluto scendendo, con un veloce "ciao", due colleghi di altri uffici e mi rimetto al mio "posto di combattimento". Apro le mail, e in appena dieci minuti di pausa caffè, me ne sono arrivate 15. Che avrà la gente da scrivere così tanto? Arrivo ad avere cronologie di anche 25-30 risposte di risposte, che neanche le catene di Sant'Antonio dei social network arrivano a tanto. Molte sono con contenuti quasi inutili, di puntiglio, che non cambiano il contenuto. Altre sono spesso solo delle prese visioni. Altre ancora sono esercizi di stile, per far vedere che si è sul pezzo nell'argomento. Anche se non è richiesto.

Forse prima il lavoro di ufficio era più facile ai tempi della carta e dell'avvento dei pc. Pensateci un attimo: prendete una mail di lavoro, che è di fatto una domanda, né più e né meno, e dovete avere una risposta. Ora, oggi voi con una mail cosa fate? La inviate a tutti coloro che devono darvi risposta. E poi ai loro responsabili. E poi a qualcun altro del vostro ufficio che, metti che tu non ci sei, tiene traccia del tutto. Ora immaginate questo processo prima dell'avvento della mail. Se dovevo fare la domanda, quantomeno dovevo alzarmi dalla scrivania o tirare su il telefono. E, se dovessi seguire la stessa dinamica, andare in ogni ufficio, trovare la persona interessata, accertandomi che ci sia anche il suo capo e portandomi dietro un mio collega dell'ufficio e perché no, anche il mio responsabile. Tipo Re Magi del presepe. Però senza doni, ma con una domanda. E dopo questa processione, magari scrivere tutto su un foglio. E tornare a fare il giro perché tutti ne prendano conoscenza.

Voi direte: ecco vedi, la mail ha semplificato, perché fai tutto con un semplice click. Già, ma pensateci un attimo: quante mail mandate ogni giorno che abbiano davvero un significato al lavoro? Quante sono così indispensabili? E per non parlare del quando sento che chi scrive lo fa solo per tenere traccia, perché metti caso che quello lì mi dice a voce una cosa e poi si rimangia la parola un istante dopo. E' nata la burocrazia delle mail. In un mondo che vuole apparire veloce e snello, siamo circondati da "invia e ricevi", "copie per conoscenza" e "copie per conoscenza nascoste" (che sai che segreti di stato si stanno rivelando).

E tutto questo, forse, ci sta allontanando dal rapporto umano. Quello che mi faceva vedere se l'interlocutore, alla mia domanda è felice di rispondermi... o se mi considera come il filo delle luminarie, e si aggrega al frasario dei tecnici del comune...

sabato 26 novembre 2016

Hasta la victoria, siempre!

Oggi si è avuta notizia della morte di Fidel Castro, uno dei personaggi più importanti della storia recente mondiale. Detto che, come penso avete potuto intuire da altri miei post, non sono sicuramente vicino alle sue idee politiche, ma forse mi colloco un pelo dall'altra parte, non voglio parlare però di Fidel in ottica politica o ideologica.

Quello che vorrei fare è capire la fenomenologia di un combattente, un rivoluzionario, un politico, un dittatore che ha affascinato tante persone e ha scatenato inimicizia e discredito da altrettante.
Perché una persona come Fidel può affascinare? In effetti, forse, lo si deve accostare al suo compagno di rivoluzione, Ernesto Che Guevara, ormai quasi diventato una icona, anche di stile, con il suo volto ormai anche sulle magliette, come simbolo rivoluzionario.
Quella rivoluzione fatta di persone apparentemente normali, del popolo, che si uniscono contro un altro dittatore, finanziato da una grande potenza economica, e che alla fine riescono a cacciarlo e a restituire una effimera libertà all'isola di Cuba.

Una rivoluzione fatta di motociclette, mezzi sigari, vestiti un po' approssimativi, modi spicci e passione politica comunista. Che affascinava i giovani del tempo, che hanno dato fuoco in parte alla fenomenologia rivoluzionaria del '68 europeo, e che ha segnato un epoca di forte impegno politico e sociale. Fidel si è mostrato inoltre forte e duro con la potenza egemone del mondo occidentale, quegli USA campioni della democrazia e difensori dell'Occidente libero, ma fatto di consumismo, appiattimento sociale, ideologie comuniste schiacciate.

Un Davide contro Golia: quello che da sempre trova nelle persone quella stilla di approvazione e acclamazione, di sostegno e di sprone, di solidarietà ed emulazione. Ecco forse Fidel è stato questo nell'immaginario. Un immaginario che però si scontra con una realtà che appare un po' diversa: ha costruito un regime, senza possibilità di manifestare un dissenso, senza media, ma con canali unici sia tv che radio, lasciando la popolazione in una sorta di povertà strisciante, ben compensata da un ottimo livello di istruzione e sanitario, ma senza possibilità di poter sviluppare qualcosa che non fosse approvato dal regime.

Credo che ogni uomo che abbia avuto una grande influenza politica e culturale sia ricordato sia per le bellezze che per le sua cadute e le brutture. Non è facile dare un giudizio complessivo e definitivo sull'uomo Fidel: in fondo ha seguito il suo istinto e le sue idee, le ha portate avanti ed è riuscito ad imporle, come fanno tutti coloro che, come si dice, "diventano qualcuno" nella storia dell'umanità. Forse avrà sempre pensato di agire nel giusto e di fare il meglio per gli abitanti di Cuba, oppure ha avvantaggiato se stesso in un generale vuoto del resto. Chissà tra cinquant'anni come si parlerà di lui e se avrà ancora un peso importante nei libri di scuola, come lo ha adesso che è storia ancora, se vogliamo dire recente. O diventerà uno dei tanti paragrafi di un libro scolastico, come quelli dedicati ad altri personaggi, combattenti, re e dittatori. Questo non ve lo posso dire io... La Storia darà il suo verdetto con il tempo...

venerdì 25 novembre 2016

Io sono John - Episodio 11

Le dita scorrono sui tasti, scrivo per riempire di contenuto la solita mail semi-automatica di risposta a una delle solite domande che mi arrivano da colleghi di altri uffici.
Decido che, dopo questa ennesima trita risposta, è ora di prendere il caffè. Mi avvio sulle scale, per salire al piano superiore, dove mi attendono le macchinette. Infilo la chiavetta e indugio sulla scelta del meno peggio, due palle di zucchero. La macchinetta sbuffa e compie il suo lavoro. Prendo il bicchierino di plastica riciclata e assaporo (si fa per dire) il contenuto.

Sono stranamente da solo a bere il caffè, di solito c'è sempre qualcuno. Mi distraggo guardando uno dei volantini appesi nella bacheca, che annunciano serata mondane o attività sportive di vario genere, tipo il "campionato mondiale di ruzzola" o la "serata fritti misti all'italiana". Il fritto, la sera... un pelo pesante... Nel mentre arriva un crocchio di colleghi del 4° piano, il piano VIP.... persone altolocate? No, avete letto male l'acronimo. Quello sta per Very Ignorated Person... Persone che è meglio ignorare, se non volete venire avvolti in un mega-dibattito di altissimo livello culturale sul "cucito nel Tibet antico", la "importanza della panzanella nella cultura neo-classica" o sulle "prospettive di crescita del Turkmenistan nello scacchiere mondiale".

Sono sempre in tre o quattro: li vedi perché parlano o fitto fitto che non si sente niente, oppure a voce sguaiata che fanno un casino che non si sente neanche se la macchinetta ha finito di farti il caffè. Ogni tanto, facendo finta di leggere i volantini delle "meravigliose serate danzanti dell'Orchestra Spettacolo Corrado Tempestoni", ascolto i loro dialoghi.

"Hai presente Peter, quello del terzo piano?"
"Si, che gli è successo?"
"E' stato cazziato dal suo capo, ha commesso un errore che solo un pirla come lui lo potrebbe fare"
"No dai, non mi dire, è quello che penso io?"
"Eh, regolare... un errore da principiante, ancora non capisco come l'anno scorso lo abbiano promosso"
"Lo sai, è il cocco di Mr. Jefferson, il capo del servizio..."
"I soliti raccomandati... possono fare qualsiasi errore, e invece tu un errore e zac... tagliato via"
"Era meglio prima, quando eravamo in meno... la fusione di due anni fa ci ha massacrato, noi della vecchia guardia"
"Taci, che con i chiari di luna di oggi, ormai dobbiamo rassegnarci"
"Ma... davvero ha fatto quell'errore?"
"Si, te l'ho detto... Mi sono quasi fatto due risate"
"Che testa, che cretino"
"Ma si, veramente... una cosa così"
"E il suo capo?"
"Era rosso di rabbia, fra un po' buttava all'aria la scrivania"
"Dai ora vado, che se no rosso diventa il mio di capo"
"Ok, ci vediamo a pranzo..."
"Ok, a dopo"

Rimango fermo, non capendo di quale errore clamoroso si sia macchiato questo Peter. Sto per andarmene, quando arriva un altro del 4° piano, si avvicina all'altro e fa:
"Ma cosa hai detto a David, che è così contento?"
"Sai Peter, quello che lui odia? Gli ho detto che è stato cazziato dal suo capo... Ma è una finta!"
"Ma perché?"
"Gli ho fatto uno scherzo... ho scoperto che ha sbagliato un conteggio nel foglio del report per il suo capo... pensa quando andrà sghignazzante nel suo ufficio e, con il capo su tutte le furie, si prenderà una di quelle lavate di testa epiche... aumentata dalla faccia sghignazzante, che passerà per presa in giro!"
"Ahahahaha... sei diabolico!"
"E se non ci tra colleghi, come ci passiamo il tempo? Ti offro un caffè?"

Sentito questo, forse i fritti alla sera sono meno pesanti e indigesti di quello che pensavo...

giovedì 24 novembre 2016

Cosa succede - il punto della settimana n.3

Nuova settimana, ma gli argomenti principali dell'attualità in Italia sono sempre gli stessi: Referendum, crescita e situazione migranti.

Su questi argomenti, direi, vi siano poche novità, se non il blocco dell'uscita dei sondaggi, che di fatto ha tolto un po' dei motivi di polemica, anche se, per chi vuole rimanere aggiornato sull'andamento dei sondaggi, può collegarsi ad alcuni siti, attraverso i quali, con stratagemmi di dissimulazione, si forniscono le intenzioni di voto (ad esempio su Scenari politici).

Detto questo, porrei l'accento sul mondo, alle prese tra il Black Friday (di cui vi ho parlato qui) e le prime mosse del POTUS Trump. Sembra uscito un po' dai radar dell'attenzione mediatica, ma le notizie si susseguono ogni giorno, cercando di capire attraverso le nomine e le prime decisioni sul programma che andrà a sviluppare nei primi 100 giorni. Molti dicono di vedere un Trump più pacato, più istituzionale e meno "caciarone" di quello visto durante la campagna elettorale, che comunque non disdegna di ricordare sempre le sue immense fortune, stante anche la decisione ad esempio di sua moglie di non seguirlo alla Casa Bianca quando si insedierà. Oppure ha avuto eco il tentativo della candidata verde Jill Stein (si, in USA non erano candidati alla presidenza solo Hillary e Trump) di ottenere un riconteggio dei voti in alcuni Stati vinti da Trump, per il sospetto che nel voto elettronico si siano introdotti gli hacker russi, al fine di "alterare" il voto.

Per quanto riguarda altre questioni a noi più vicine, non possiamo che parlare dell'ennesima calamità naturale che sta colpendo il nostro paese in questi giorni: le forti piogge che in Liguria e Piemonte stanno provocando esondazioni di fiumi e smottamenti, mettendo in pericolo alcuni paesi dell'entroterra ligure e del cuneese. Sono indignato di questa faccenda, proprio perché mi chiedo come un paese come il nostro viva ancora in queste situazioni emergenziali, quando basterebbe poco per mettere in sicurezza molte zone: pulizia dei letti del fiume, limitazione della cementificazione nelle zone a rischio frane, rimboschimento e manutenzione delle reti di canali permetterebbero di ridurre e in alcuni casi annullare il rischio. Mi sembra che i tanti esempi che costellano l'Italia propendano per una gestione dell'emergenza spesso encomiabile, ma con risorse che potevano essere investite in prevenzione. Notate che sui giornali del terremoto dell'Umbria/Marche/Lazio non parla più quasi nessuno? E sarà così purtroppo, fino al prossimo evento, che creerà altri disagi, danni e traumi.

Quindi un consiglio ai cari renziani e sostenitori del Referendum a vario titolo: invece di preoccuparvi della Costituzione, preoccupatevi delle vere priorità della gente. Perché posso avere anche la Costituzione meglio fatta al mondo, ma questa non mi salverà mai da una scossa o da un fiume d'acqua che entra in casa mia... ad maiora!

mercoledì 23 novembre 2016

Black Friday all'italiana

Nel nostro italico "amore per tutto quello che è estero", dopo il grande successo (per i locali e discoteche) delle serate a tema dell'americano Halloween, vuoi mai che non portavamo a casa un'altra idea dagli USA? E non sia mai...

Ed ecco che i giornali, la televisione e il web in Italia si popolano del BLACK FRIDAY! "Eccheddè?" chiede il nostro uomo della strada. Ma come, non conosci il Black Friday? No? Se sei out e fuori dai tempi.

Il Black Friday è, negli Stati Uniti, il venerdì dopo il "Giorno del Ringraziamento" (quello del tacchino, per intenderci), oltre ad essere la data di inizio delle vendite in vista del Natale. In questo giorno, tutti i negozi e, ultimamente, anche i siti di vendita on-line, vendono con sconti veramente pesanti tutti i loro articoli, al fine di vuotare i magazzini per rimpinguarli con gli articoli nuovi e destinati al Natale. Sul perché sia "black", l'origine è incerta: si passa dal traffico cittadino dovuto agli sconti, alla scritta in nero sui vecchi libri contabili, segno di alte vendite e di profitti per i negozianti.

Fatto sta che, negli USA, persone si assiepano fin dalla notte precedente davanti ai centri commerciali per fare incetta di prodotti a prezzi con sconti anche al 90% in alcuni casi, su qualsiasi cosa: elettronica, prodotti per la casa, vestiti e quant'altro vi possa venire in mente.

Detta così uno dice "però, con la crisi che c'è una manna dal cielo"... già, peccato che noi italiani se non ci mettiamo l'originalità, non siamo da meno.
Intanto ci inventiamo che lo sconto è solo per un determinato orario della giornata, magari durante le ore di lavoro, così chi vuoi che venga a comprare? Poi mettiamo degli sconti al massimo del 40% (vuoi mai che la gente si abitua male). Ma, dove facciamo più ridere, è on-line.

Si, perché se negli altri paesi, gli sconti sono ghiotti e anche su prodotti di punta, qua da noi, dove va detto che il mercato sul web fatica a prendere piede, la situazione è molto diversa.
Se vi fate un giro sui vari siti di e-commerce, noterete sconti su prodotti che o sono di utilità pari al famoso cerotto nella gamba di legno (quanti di voi bramano a un cuscino riscaldante a forma di renna natalizia colore verde al 90% di sconto) o, se sono utili, hanno degli sconti di meno del 10%... si avete letto bene... 10%...

Cos'è? Mi prendi per il naso? Cioè se devi farmi, solo per farmi cliccare sul tuo sito, mettere degli sconti dell'udite udite 10% su dei prodotti di grido, e per poi propinarmi pagine e pagine di prodotti inutili, con sconti che li riportano al loro vero prezzo sulla base dell'utilità, ne faccio volentieri a meno.

Come al solito, in Italia, viene tutto reso in modo da guadagnarci il massimo possibile... e sono sicuro che ci saranno in tanti che compreranno, pensando di aver fatto un affare comprando il telefonino ultimo modello della mela con uno sconto di ben 70 euro a fronte dei 700 spesi... con i quali puoi comprare le babbucce sonore, il carillon a forma di maialino, un improbabile ciondolo con fondo bottiglia verde e il deragnatore della fiera di San Geminiano, avanzato dall'anno scorso....

Venghino signori venghino... arriva il Black Friday... e buon shopping a tutti!

Io sono John - Episodio 10

Solita entrata, solita pila di carta. Mi attende l'ennesima giornata fiume, fatta di telefoni che squillano e quella dannata presentazione da finire.
Prendo posto alla mia scrivania, come al solito non c'è ancora nessuno. Appallottolo qualche foglio inutile, o forse utile ma di cui mi sono completamente dimenticato il perché.

A volte le giornate sembrano tutte uguali, senza un inizio o una fine precisa, ma un banale alternarsi di eventi. Comunque cerco di rendere produttiva la giornata.

Nel pulire le carte, trovo un biglietto. Un vecchio appunto, sarà qui da un secolo. Ci sono dei disegnini sopra, forse un momento di noia, alleggerito da questi segni.
La noia... che brutta cosa... o forse è bella? A volte ti salva quando non hai le idee chiare e ti lasci cullare, in attesa del guizzo giusto. Altre volte è invece un macigno che ti appesantisce la mente, che ti inchioda e non ti permette di reagire.

Come questa presentazione noiosa piena di numeri, dove solo un po' di colore ti distrae da quei segni tutti uguali e di utilità ignota.
"Quale meravigliosa attività stai facendo?" mi chiede Samantha, con fare tra l'ironico e il curioso.
"Una meravigliosa presentazione sugli scenari post-riorganizzazione aziendale" rispondo io, un po' piccato.
"Ah, come al solito gli altri fanno le cose divertenti e a noi la bassa manovalanza!" "Niente di nuovo sul fronte occidentale", rispondo io.
"Se ci dessero un euro a slide, saremmo milionari"
"Taci, che con tutte quello che lo tasserebbero, saremmo sempre indigenti" risponde Gregory dall'altro capo dell'ufficio.
"Ci vorrebbe uno sciopero di protesta, non si può andare avanti così!"
"Hai ragione! Ci vorrebbe!"
"Si, si è vero"
"Parliamone davanti a un caffè..." ed ecco che tutti i rivoluzionari escono e io rimango da solo con la mia presentazione... Ecco, che il noi, diventa io... e la noia torna protagonista....

martedì 22 novembre 2016

Il caro estinto...

Della serie, ormai pur di raccattare qualche euro, si trova qualsiasi forma. L'ultima, che arriva dal dibattito sulla legge di Stabilità, è del senatore Stefano Vaccari, del PD.
Arriva la "tassa sul funerale". 30 euro da pagare per ogni funerale, tassa che sarà applicata dai Comuni su loro necessità (e mi sa tanto che molti Comuni avranno la necessità). La ragione di questo nuovo balzello? Finanziare le esigenze della Asl, che ad oggi hanno l'onere del controllo sul rispetto da parte delle agenzie di pompe funebri dei regolamenti previsti per tali attività. In aggiunta, sarebbe applicata l'IVA al 10%, contro l'esenzione IVA ad oggi presente, innalzando però la detrazione fiscale al 19% di 7.500 euro.

Come spesso documentato da diversi servizi televisivi e giornalistici, il "caro estinto" è un problema notevole, soprattutto perché spesso accompagnato da comportamenti fiscali tendenti all'evasione. Le famiglie, soprattutto quelle meno abbienti, e che quindi vedono nell'accordarsi con le agenzie un modo per risparmiare qualche euro, stante il fatto che spesso non potrebbero recuperare granché dal beneficio fiscale della detrazione (il 19% su un massimo di spesa di 1.549,37 euro, ma spesso i funerali hanno costi molto più elevati).

Bisogna considerare che il 19% di 7.500 euro sono 1.425 euro, e spesso queste sono cifre suddivise in più compartecipanti al lutto pro-quota. La logica di oggi è: se io pago una tassa (IVA+ contributo) sono portato a pretendere la fattura, anche al fine di ottenere l'agevolazione, facendo emergere il nero.

Il problema è come al solito di tempi: io oggi pago un 10% in più per recuperare un 19% dopo un anno, sempre che non sia incapiente. Inoltre, se spesso, sulla carta, i risparmi di un funerale in nero si aggirano anche sul 15-20%, ecco che forse non si ha più la convenienza a chiedere la fattura. In realtà, come al solito, si trova un modo veloce per fare cassa, con motivazioni un pelo scricchiolanti. Basti pensare che un Comune ha uno strumento di controllo efficacissimo: il certificato di morte. Se una persona muore, una qualche forma di sepoltura/cremazione l'ha sicuramente ricevuta (non credo che da un ospedale permettano traslazioni di salme da mettere nel fosso). Basterebbe, con molta semplicità, chiedere di inserire l'agenzia che si occuperà di tale incombenza. Una riga con una partita IVA. Un piccolo carico burocratico, che però permette al Comune di girare il dato all'Agenzia delle Entrate e verificare (meglio dell'Asl) se le pompe funebri hanno emesso fatture per questo funerale. Per una volta che la burocrazia potrebbe essere "utile", si preferisce far pagare i cittadini per un controllo forse inesistente... Renzi... ma non avevi detto niente nuova tasse?

lunedì 21 novembre 2016

Io sono John - Episodio 9

Il caffè bolle sul fornello, una bella levataccia oggi. Abbastanza freddo e notte diciamo costellata di sogni non proprio belli. Non c'è tempo però di rimuginarci su, devo prepararmi per tornare a lavoro.

Solito arrivo, solito caos per il parcheggio. Percorro la strada a piedi che mi separa dall'ufficio, attraversando il corso. A quest'ora del mattino i negozi sono tutti chiusi, e si vedono pochissime persone, per lo più studenti assonnati con le cuffiette che vanno a seguire delle lezioni che, a giudicare dal loro atteggiamento, sembrano poco interessarli. I bar servono le prime colazioni, le edicole vendono i primi giornali...

La città si risveglia dalla notte e pian piano comincia a espandere la sua voce fatta di urla, clacson, auto e smog. Nel bel mezzo della strada, quasi noncurante delle biciclette che passano, sta un curioso signore di mezz'età, vestito in maniera sgargiante, che parla a qualche ignoto ascoltatore. Non so se sia tra coloro che pensano ad alta voce, o se forse qualche altra sofferenza gli fa cercare un pubblico a cui raccontare quello che prova. Mi passa vicino, mi osserva continuando il suo monologo e se ne va. E io continuo per la mia strada...

E proprio mentre sto per arrivare, attraversa la strada lei... Stupenda nel suo cappottino scuro, con i suoi tacchi eleganti, con il passo di chi è infreddolito dall'aria frizzante del mattino. La vedo passare velocemente, e per un attimo sento il suo profumo dolce, ma non eccessivo, e i suoi capelli ondeggiano in maniera ipnotica. Immagino di avvicinarmi, di salutarla, di invitarla a prendere un caffè per riscaldarsi in questa fredda mattina, con un ampio sorriso di lei che accetta di buon grado...
E invece, come al solito, sono rimasto lì come un pesce lesso senza dire nulla...

Va beh, saliamo le scale, che fra un po' arriverà il solito "Buongiorno, John" che scandisce come una sirena in fabbrica l'inizio della mia giornata lavorativa...

venerdì 18 novembre 2016

Io sono John - Episodio 8

Alla fine decido di non comprare più le castagne, in fondo si è fatto tardi, è meglio che rientri a casa. Parcheggio l'auto e chiudo la saracinesca.

Attraverso il giardino a quest'ora buio di casa mia, osservando il cielo con una luna particolarmente luminosa. Abito in una bifamiliare, dove io occupo l'appartamento di sotto, mentre la mia famiglia abita sopra. Aperta la porta, ad attendermi, come tutte le sere, la poltrona e qualche cosa da assemblare dal frigo, giusto per non andare a stomaco vuoto a letto. Accendo la tv, anche se in realtà non guardo tanto quello che viene trasmesso, è più un sottofondo di accompagnamento alle mie routine della sera.

Mi metto le ciabatte, mi levo la cravatta e mi dirigo in cucina, per vedere cosa c'è, come se pensassi di trovare chissà quale manicaretto nascosto, ma invece so benissimo cosa troverò. Ad esempio, tra le altre cose, c'è un sedano, ormai con troppi giorni sulle spalle. Lo lascio lì, magari mi può servire.

Mangio qualcosa velocemente, non ho tanta fame stasera. Mi accomodo sulla poltrona, e guardo una serie di personaggi, che fingono di essere politici, che si accapigliano su quanto costa un chilo di pane. Quanta sterilità di idee in meno di un minuto. Lascio scorrere le immagini, tanto l'argomento degenera nel "io sono meglio di te, ma tu che c'eri prima di me cosa hai fatto".

Io sono meglio di te... Quante volte ce lo sentiamo dire? Più o meno velatamente, più o meno a ragione. Spesso riteniamo così tanto di essere nel giusto, che non ci rendiamo conto che stiamo invece sbagliando, o che probabilmente chi abbiamo davanti non ha chiaro cosa ci aspettiamo. Anche io ho spesso commesso questo errore, e infatti ripensandoci forse avrei dovuto agire diversamente... o forse no? Forse l'avrei fatto comunque. Ma va beh, cosa fatta capo ha, è inutile stare a riparlarne.

A proposito... è meglio che quel sedano triste e abbacchiato dentro al frigo venga degnamente sepolto nella pattumiera... E dopo posso andare a dormire: domani sarà un'altra giornata piena di lavoro, meglio che mi riposi. Magari sogno qualcosa di bello, e almeno nel sogno, posso fare quello che voglio veramente... ed essere meglio...

giovedì 17 novembre 2016

Cosa succede - il punto della settimana n.2

Ed eccoci all'appuntamento con la rubrica settimanale sugli avvenimenti più interessanti della settimana. Gli argomenti come al solito non mancano, quindi parto subito!

Partiamo dalle vicende dell'Italia a livello economico: il buon Matteo "Stai sereno" Renzi non ha mancato di annunci questa settimana. Il primo riguardava il veto (o astensione, o mettere il broncio, o decidete voi) sul Bilancio Europeo 2017. Per la prima volta l'Italia mostra un gesto formale di non condivisione su come l'Europa vuole investire quanto i vari Stati le destinano. Peccato che, visto che tanto anche senza Italia si va avanti comunque (infatti il veto non esiste per queste decisioni, che non richiedono l'unanimità), l'Europa come un novello Clark Gable francamente se ne infischia.

Il secondo è la crescita del PIL dello 0,3% a livello trimestrale, che porterebbe l'Italia a un dato per il 2016 dello 0,8%. Ora, un PIL che vede un po' di segno più dopo anni di crisi è una cosa buona, ma da qui a gridare al "miracolo" ce ne passa. E' vero che Francia e Germania in questo trimestre hanno fatto peggio di noi (0,2%), peccato che non presentino i nostri problemi strutturali e che alla fine hanno crescite più sostenute della nostra (nell'ordine di oltre l'1%). E dire che con le riforme sale lo spread, intendendo con le riforme quella costituzionale, è una vera presa in giro dell'intelligenza. Le riforme che servirebbero a questo paese sono giustizia, fisco e "sburocratizzazione", quello di cui tutte le imprese estere hanno sempre chiesto per venire in Italia. Che al Senato ci siano degli eletti dal popolo o dei sindaci e consiglieri comunali, a queste aziende interessa molto poco... e anche loro si uniscono al clan Clark Gable.

Il terzo è le varie promesse elettorali, con finanziamenti per ogni cosa possibile, non ultima la decontribuzione totale di 12 mesi per il Sud per tutto il 2017, con scopo assunzione a tempo indeterminato. Peccato che questo "regalo" costi circa 750 milioni di euro, e non credo che questa decontribuzione (con immagino tante assunzioni di comodo, che si trasformeranno in dimissioni molto poco volontarie) possa aiutare gli atavici problemi del Sud, che invece ha bisogno di ponti, strade, una linea di Alta Velocità sostenibile... cioè gli investimenti in infrastrutture, che, casualmente, aumentano si la spesa pubblica, ma generano un volano sicuramente più importante: se costruisco le infrastrutture, le aziende saranno più contente di aprire lì. Ricordiamo i mostri dell'industrializzazione anni '80 soprattutto del settore auto, che una volta finiti gli incentivi fiscali, sono state chiuse o ridotte drasticamente. E di lasciare a casa centinaia di persone, anche queste aziende francamente se ne sono infischiate... E siamo già a tre nel club.

Torneremo sicuramente a parlare del Premier in altri post, ma cambiando argomento, merita una segnalazione anche il doppio gesto di sportività accaduti nelle due partite della Nazionale di Calcio: nella partita contro il Lichtenstein, l'inno italiano non "partiva", ma a quel punto, i tanti tifosi italiani (quasi tutti emigrati nelle vicine Germania, Austria e Svizzera) hanno cantato a cappella, tutti insieme. Il secondo è il gesto di Buffon, il quale, sentendo che l'inno tedesco veniva fischiato sugli spalti, ha cominciato ad applaudire, invitando il pubblico a farlo, per coprire i fischi dei soliti 4 che con il tifo hanno poco a che fare. I tifosi emigrati e Buffon, di una cosa comunque importante come il rispetto per un inno, sia esso il proprio o di altri, non se ne sono infischiati. Almeno qualcuno è uscito dal gruppo... come Jack Frusciante. Ad maiora!

mercoledì 16 novembre 2016

Io sono John - Episodio 7

Salgo in macchina, appoggiando la sciarpa sul sedile del passeggero. Nel parcheggio in cui mi trovo non gira un'anima viva, si vedono in lontananza solo le luci di un supermercato, dove però non c'è mai tanta gente. I più sono persone che vanno lì alla ricerca di una birra o di vino di bassa qualità, forse pensando che l'alcool possa per un attimo fargli scordare le brutture delle loro esistenze.

Metto in moto e mi avvio fuori dal parcheggio, cominciando il mio giro in auto. Lo faccio spesso, è una sorta di rito quotidiano, un momento in cui sto solo con me stesso e rifletto. Mentre percorro semafori, incroci e viali alberati, mi soffermo ad osservare piccoli dettagli: una finestra illuminata, un albero con le foglie gialle e rosse, delle persone che corrono per strada accompagnate dai cani. Sembra una cittadina tranquilla all'apparenza, ma so che sotto sotto nasconde diversi segreti, che non compaiono agli occhi di tutti, ma solo dei più attenti.

Ormai però è la mia città, ci sono nato e ci vivo da sempre, non posso farne a meno. E' come qualcosa da cui vorresti fuggire, ma ne sei irrimediabilmente attratto. Una ossimorica sensazione, che non ti dà mai un senso netto.
Mentre aspetto il verde a un semaforo, mi cade l'occhio sulla mia sciarpa. Penso a quando qualche tempo fa, quel posto, era occupato da una persona per la quale provavo gli stessi sentimenti che provo per la mia città. Mi attraeva, ma allo stesso tempo, con il suo carattere particolare, mi faceva sentire a disagio, come sempre sotto esame. Ermetica, ma di una bellezza che anche se non parlava mi lasciava senza fiato, con i suoi capelli corvini e i suoi occhi chiari e meravigliosi. Un rapporto non finito bene, perché purtroppo quando non si ama in due, è difficile che le cose vadano avanti.

Purtroppo non sono una persona adatta a stare sola. Cioè, ci so stare, ma sento sempre forte la necessità di avere qualcuno accanto. Forse sarà il mio animo così anticamente romantico, quello da lume di candela, rosa rossa come regalo, bacio con vista su un bel paesaggio. Già. troppo vecchio per un mondo dove tutto è veloce, consumato di fretta e via, senza un perché. Dove vince la vanità sul sentimento. Forse ho sbagliato secolo, o carattere. Mah, chissà. Intanto è arrivato il verde, e, per l'appunto, chi è dietro di me ha fretta e suona... per andare poi poco più in là, a trovare un ennesimo rosso da attendere...

martedì 15 novembre 2016

Speciale Cinema - Doctor Strange, ultimo arrivato in casa Marvel

Con oggi inizia una nuova rubrica del blog che parlerà di cinema e di impressioni sui film in uscita o usciti recentemente nelle sale. Ritorno a pubblicare quello che tempo fa facevo su altro sito e ne sono molto contento.

Un piccolo disclaimer: non sono un regista, un addetto ai lavori, un attore... sono solo uno qualsiasi che cerca di farsi una idea su un film e ve la espone. Detto questo: ciak, si gira!

Il film di cui voglio parlarvi oggi è "Doctor Strange", film uscito nelle sale italiane il 26 Ottobre, che fa parte della "fase tre" del Marvel Cinematic Universe, quella che ha intavolato i fatti che porteranno allo scontro tra gli Avenger e Thanos.


Il cast si compone di Benedict Cumberbatch (Stephen Strange / Dottor Strange, famoso al grande pubblico per il ruolo di Sherlock Holmes nella serie tv "Sherlock"), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo, candidato al premio Oscar come miglior attore per "12 anni schiavo"), Rachel McAdams (Christine Palmer, curiosamente anche lei interprete femminile del primo film su Sherlock Holmes interpretato da Robert Downey Jr.), Benedict Wong (Wong, attore che in altri tempi avremmo definito "caratterista", sia in film che in serie televisive), Michael Stuhlbarg (Nicodemus West, anche lui apparso in diverse pellicole, anche con Woody Allen e nel film "Hugo Cabret" nella parte del professore René Tabard), Benjamin Bratt (Jonathan Pangborn, simpatica spalla di Sandra Bullock in "Miss Detective"), Scott Adkins (Lucian, ha partecipato a diversi film d'azione, in quanto molto esperto di arti marziali), Mads Mikkelsen (Kaecilius, l'Hannibal Lecter della serie tv "Hannibal"), Tilda Swinton (Antico, attrice premio Oscar come miglior attrice non protagonista per il film "Michael Clayton" nel 2008)


Il protagonista del film è Stephen Strange, noto neurochirurgo di fama mondiale, che, a causa di un incidente d'auto, perde parzialmente l'uso della mani, fondamentali per la sua attività. Cerca allora un possibile rimedio per le sua situazione, ma invano, fintanto che non scopre che un paraplegico, Jonathan Pangborn, ha ripreso misteriosamente a camminare. Quest'ultimo lo indirizza in uno sperduto tempio del Nepal, dove apprenderà gli insegnamenti delle arti magiche studiando dai libri dell'Antico e allenandosi con il maestro Wong. Terminato l'addestramento assieme a Mordo, altro discepolo dell'Antico, verrà inviato a New York, per difendere la terra dalla minaccia di Kaecilius, il quale vuole evocare sulla terra Dormammu, il Signore della Dimensione Oscura.

Come ormai tipico dei film Marvel, Doctor Strange è rivisitato rispetto alla sua versione cartacea, ma comunque l'alto budget permette di essere spettacolare e godibile anche a chi non è un fan o conoscitore del fumetto. Da sottolineare l'interpretazione di Tilda Swinton, in quanto l'Antico nel fumetto è un uomo, e questo ovviamente ha sicuramente richiesto all'attrice un supplemento di abilità recitativa, dovendo anche vincere le critiche dei fan emerse sul suo casting, come scrive il sito Badtaste.it, (riportando una intervista a Den of Geek!) alle quali Tilda ha risposto con un "Lo script che mi è stato presentato non proponeva un uomo asiatico, per cui non mi è mai stato chiesto di recitare nei panni di un personaggio del genere." Anche Benedict Cumberbatch si è trovato un po' in difficoltà inizialmente con il suo personaggio, affermando in una intervista riportata sempre da Badtaste.it, sulla sua conoscenza del personaggio da lui interpretato: "(Lo conoscevo) Molto poco rispetto ai fan (...) Tuttavia, come tutti gli attori, faccio i miei compiti a casa e conduco le mie ricerche sul materiale originario, che è una magnifica fonte di ispirazione. (…) La verità è che ero semplicemente affascinato da questo personaggio. Era complesso, arrogante e c’è stato davvero un momento in cui mi sono detto “Ok, l’ho inquadrato!”. Ma nel film c’era una sfida ulteriore: vedere Strange perdere tutto e poi seguirlo mentre si sforza di accettare un mondo che per lui è qualcosa di assolutamente fuori dall’ordinario".

Sicuramente il film si incanala nel solco già tracciato dalle pellicole precedenti della Marvel Studios, i quali riservano sempre un buon intrattenimento e valgono, tranne rarissime eccezioni, il prezzo del biglietto. Pur facendo magari storcere il naso ai "puristi" del fumetto, Doctor Strange è riuscito a convincermi con le sue arti magiche e spero che abbia coinvolto anche voi!

Fatemi sapere se avete visto il film e scrivete la vostra opinione/commento sotto il post. Ci rileggiamo al prossimo appuntamento con Speciale Cinema!

lunedì 14 novembre 2016

Due fatti curiosi

Informandomi come al solito su giornali e altri media, mi sono incappato in due notizie molto particolari.

La prima riguarda il Referendum, dove pare che, nell'opuscolo informativo inviato dal nostro Premier Renzi a tutti i nostri connazionali all'estero, campeggi il sito del Comitato per il SI. Fin qui nulla di male, cioè il male sta nel fatto che usa mezzi pubblici per farsi pubblicità ed ha avuto accesso preferenziale alle liste con gli indirizzi di questi concittadini, ma a volte il "karma" colpisce. Ed infatti se l'indirizzo corretto del sito è "www.bastaunsi.it", un banale errore tipografico lo rende "www.bastausi.it". Quasi per una ironia, la lettera mancante è proprio la "N", del tanto temuto NO...
Di questa svista se ne accorge Ruggero Barbetti, sindaco di Capoliveri (Livorno), di centrodestra e sostenitore del NO. Controlla quasi senza speranza che quell'indirizzo sia registrato e, sorpreso, si accorge che è libero. In pochi minuti lo acquista, e ci mette un bel re-indirizzamento a "Costituzione Bene Comune", uno dei comitati del NO di cui fa parte.
Con la beffa che, per colpa di una "N", il cittadino all'estero rischia di trovarsi a sposare le ragioni del NO. Quando si dice che quattro occhi leggono meglio di due...

La seconda invece risponde al vecchio adagio "fatta la legge, trovato l'inganno". Siamo a Schio, in provincia di Vicenza, e due ragazzi, amici da anni e conviventi nello stesso appartamento, pur non professandosi amore eterno (d'altronde la Cirinnà non lo prevede), si uniscono tramite le unioni civili al solo fine di accedere ai benefici economici previsti, come ad esempio il canone Rai che diventa unico, l'accesso a tariffe più agevolate e altro. La stessa Cirinnà, in un lampo di "politicamente corretto" (mi verrebbe da dire "corretto alcolico", ma non so se sia astemia) afferma che tante donne si sposano con uomini senza amore, ma solo per interesse, quindi questi due amici sono legittimati a farlo. E poi dicono che Trump ha una visione maschilista delle donne... Ecco perché, come sostengo da tempo, bisognava all'epoca della discussione, inserire qualche obbligo in più, anche perché questo stratagemma, se usato ad arte, potrebbe anche permettere di far percepire reversibilità a persone che non ne hanno diritto (penso all'anziano che "sposa" magari una ragazza in difficoltà), ma senza avere gli obblighi e la base di una vera affettività tra le persone coinvolte. Almeno un bacino, sarebbe stato meglio che davanti all'ufficiale civile, se lo fossero dato...


Io sono John - Episodio 6

Quando la giornata finisce, di solito nel pomeriggio tardo, esco e mi faccio una passeggiata nei dintorni della sede del mio ufficio.

Mi fa sempre un certo effetto vedere l'alternarsi delle stagioni in quel corso: i colori dell'autunno sugli alberi, la neve che copre i marciapiedi, il tepore della primavera, che diventa incandescente in estate.

Ora che è novembre, mi incammino nel buio della strada, illuminata dai lampioni e dalla luce delle vetrine, che cominciano a popolarsi di addobbi e del colore rosso, che annunciano le prossime festività natalizie. Ormai si parte sempre più presto, così presto che quando poi il Natale arriva davvero, ci si è già stufati e si pensa già alla Pasqua.

Vedo intorno a me altre persone, e sempre perché mi piace osservare, cerco di immaginare cosa stiano facendo e dove vadano. C'è un gruppetto di ragazzi, avranno sui 15-16 anni, tutti vestiti con i pantaloni tagliati, pinocchietti senza calze, cappellini con visiera e le ragazze con sciarponi anti-freddo, nonostante i tagli e la corta braga facciano sicuramente filtrare l'aria frizzante di questa serata.
Una contraddizione tutta femminile che non ho mai capito: giacconi anti-neve con gambe scoperte, stivali con pelo e magliette leggere... mah, è proprio vero che delle donne non ci ho mai capito niente.

Quello che però mi colpisce è vedere un sacco di persone sole, che camminano quasi senza prestare attenzione a quello che succede attorno, con le cuffie nelle orecchie, che usano per sentire musica o parlare con qualcuno al cellulare, o su quest'ultimo sono presi a leggere chissà quale messaggio o notizia.

E' un paradosso di oggi, parlare con una persona che è distante migliaia di chilometri e poi magari non degnare di uno sguardo la persona che ci passa a 10 centimetri. Sembra quasi che dobbiamo vedere il mondo da Marte. Anche se il primo tentativo di "ammartaggio" (si dirà così? Mah, ora magari lo mando alla Crusca e divento più famoso di petaloso) non è stato così positivo. Povero lander... Comunque anche se su Marte ancora non ci siamo arrivati fisicamente, forse ci siamo arrivati con i nostri atteggiamenti.

Detto questo, mi sistemo la sciarpa che non ne vuole sapere di restare ferma, e continuo il mio cammino verso la mia auto, nel parcheggio alla fine del corso. Ho bisogno di scaldare un po' le mie mani e anche il mio cuore: credo che andrò a comprarmi delle castagne e andrò a casa a cucinarle...

sabato 12 novembre 2016

Tassa su Airbnb 2 - Aggiornamento

Sul tema di cui vi parlavo nel post precedente, è arrivato un aggiornamento proprio oggi. Il nostro Presidente del Consiglio Renzi, in un tweet, ha scritto che finchè ci sarà lui premier non si metteranno nuove tasse, neanche su Airbnb.

Questo potrebbe rincuorare tanti italiani che usano queste modalità per fare vacanza. Però, siamo sicuri che il governo non introdurrà nuove tasse? Mi sembra molto strano, stante anche la situazione non florida dei nostri conti pubblici.

In realtà la tassazione si sta sempre più spostando dallo Stato agli Enti locali, usano tutto il possibile per fare cassa. Soprattutto per quanto riguarda le multe e gli introiti derivanti dalle ex-municipalizzate, che di fatto si trasformano in tasse implicite pagate dai cittadini, senza che per questo venga corrisposto un effettivo servizio (o quanto meno, si fa fatica a percepire quale sia).

Comunque staremo a vedere se questa promessa verrà mantenuta. Piccola nota a margine: sempre oggi è emerso che l'Ape (il prestito ventennale per anticipare la pensione fino a 3 anni) sarà su 12 e non su 13 mensilità. Quindi niente tredicesima per chi usufruirà di questa "agevolazione". Che, a conti fatti, tanta agevolazione non è, visto che stando ai calcoli (vi riporto al link de "La Repubblica"). In 20 anni, a fronte di circa 40.000 euro percepiti in 3 anni, che si traducono in una "pensione" di circa 1.098 euro per 12 mensilità, se ne restituiscono circa 54.000. Forse aveva ragione Boeri, quando si poteva ottenere la stessa soluzione riducendo le pensioni superiori ai 5.000 euro, riportandole a criteri di contributi versati, invece che di ultime retribuzioni. Per il momento comunque, ci teniamo l'Ape, sperando di bere qualcosa di meglio in un prossimo futuro...

Io sono John - Episodio 5

Neanche il tempo di sedermi, ed ecco che squilla il telefono: "John? Puoi venire nel mio ufficio?".
Quel tono che non annuncia niente di buono proviene dal caposervizio David. David è una persona molto particolare: in apparenza, preso per la sua esteriorità, sembra uno di quegli impeccabili manager in carriera, tutti perfetti nel loro completo blu scuro o grigio, cravatta coordinata, camicia bianca stirata impeccabilmente, scarpa elegante lucida. Ha il sorriso di facciata, ma se sai intuire il suo linguaggio non verbale, capisci che è una persona che trasuda impazienza e quella sottile "cattiveria" tipica di chi vuole arrivare, non importa come.

"John, ho un lavoro per te per conto del Direttore. Va fatto con estrema urgenza e precisione, mi raccomando, ne va del buon nome del servizio". "Certo, David, come sempre" è la mia risposta ormai più automatica di una segreteria telefonica degli anni '80.

Prendo il foglio con le consegne, la solita presentazione piena di inutili dati, e torno al mio "regno" di due metri per due.
Incrocio Allison, la mia responsabile, nel suo solito completo molto elegante con scarpa abbinata. E' una persona che, pur se all'apparenza può sembrare dura, in realtà ha una grandissima umanità e sensibilità, ma in un mondo di uomini che guardano solo al suo lato estetico, il carattere credo le sia servito per farsi largo.

"A questo giro David cosa ti ha dato da fare?", mi chiede.
"Niente di che, Allison, la solita presentazione per una convention", dico con fare un po' tra l'annoiato e il distaccato.
"John, tu lavori troppo, dovresti pensare un po' a te"
"A volte penso troppo, è questo il guaio" rispondo con un sorriso.

Guardo le note per la presentazione. Vogliono tutto in colore rosso cremisi. Devo pensare a come farlo... o forse dovrei pensare a me, come dice Allison. Già pensare a me. Per assurdo ci penso di continuo, mi faccio un sacco di domande, ma di risposte, beh, fatico a trovarne. Forse sono un po' paranoico o pessimista? Può darsi. Però a volte è difficile vedere o cogliere certe sfumature se non le senti, se non le vivi, se non le fai tue.

Sarà perché ho un carattere un po' chiuso e riservato, timido, impacciato, che tende a nascondersi. Sono un osservatore del mondo, analizzo, scruto. Però spesso mi rendo conto che sono lo spettatore di un'opera teatrale, di cui spesso conosco in anticipo il finale, ma raramente ho indossato anche io i panni del protagonista o del personaggio sul palcoscenico.

Forse sono alla ricerca di un buon regista per il mio personaggio, o di uno sceneggiatore per il mio soggetto, o di una spalla per inscenare qualcosa. Comunque, il rosso cremisi su questa presentazione proprio non lo sopporto...

venerdì 11 novembre 2016

Tassa su Airbnb - Parliamone...

Oggi è spuntato, nell'assalto alla diligenza della legge di stabilità (di cui parlavo nel post del riepilogo settimanale), un emendamento che punta a inserire una cedolare secca del 21% su chi affitta un appartamento o stanza per il tramite di siti come Airbnb e simili.

Per chi non lo conoscesse, Airbnb è un sito sul quale chiunque abbia una stanza o un appartamento può affittarlo giornalmente, senza bisogno di un contratto, a qualcuno che ne può usufruire per vacanza, lavoro o altro (sempre nel lecito, si capisce).

Di fatto la piattaforma fa da intermediario sulle transazioni, in quanto mette in contatto gli utenti, fissa delle regole e permette di recensire le varie soluzioni abitative. Di fatto ad oggi non vi erano tasse da pagare, o meglio un disclaimer su questi siti avverte che le affittanze dovrebbero avere carattere di "saltuarietà" e non dovrebbero diventare una attività affine a quelle di un hotel o altra struttura ricettiva.

Molto spesso però questi siti sono utilizzati per pubblicizzare o "Bed & Breakfast" oppure "Affittacamere", specie nelle località più turistiche. Anche se, complice la crisi e la volontà di avere qualche entrata in più, molte famiglie decidono di affittare le seconde case, piuttosto che ricavare delle stanze dalle case di residenza adatte a tale scopo.

Naturalmente, così come avvenne per la nascita dei "Bed & Breakfast", chi si è più lamentato di tale proliferare di offerte di alloggi sono gli hotel e alberghi, i quali lamentano di dover sostenere costi e sottostare a normative a livello igienico, sanitario e di sicurezza, alle quali questi affittacamere non sono tenuti, facendo venire meno una grossa fetta del loro giro di affari e facendo temere per l'occupazione nel settore.

Come al solito, secondo me, la verità sta nel mezzo. E' vero che gli hotel e gli alberghi devono sottostare a regolamenti e normative, ma quanti di questi le rispettano veramente, o comunque garantiscono degli standard adeguati? Basti pensare che le famose "stelle" sono disciplinate da leggi regionali, quindi un 3 stelle a Milano non è uguale a un 3 stelle a Bari. E già questo vuol dire molto. Se poi aggiungiamo che solitamente chi si rivolge a Airbnb è una clientela che vuole risparmiare qualcosa, ecco che il gioco è presto fatto. Inoltre spesso le camere sui siti di affittanza non è che sia a prezzi molto più bassi rispetto a quelli di alcuni alberghi.

Non vorrei che, come al solito, dietro questa tassa ci sia la compiacenza di uno Stato che trova una insperata fonte di entrata (che serve per la diligenza) e un contentino agli albergatori italiani, i quali secondo me dovrebbero cominciare a pensare in molti casi di investire di più in servizi accessori e distintivi, in modo proprio da rendere l'offerta migliore rispetto agli affittacamere non in ottica di prezzo, ma di qualità.

Io sono John - Episodio 4

In realtà non è la responsabile, è il fattorino della posta, che mi consegna una busta. Soliti documenti all'odore di toner, sulla carta riciclata grigia.
Li guardo distrattamente, ormai è il solito report di routine, che più o meno recita "niente di nuovo sul fronte occidentale". A volte mi chiedo come faccia la gente a scrivere così tante parole sempre uguali, usando inchiostro solo per dire a chi comanda quello che vuole sentirsi dire, nascondendo la realtà, o quanto meno cercando di renderla più colorata e positiva di quello che è.

I miei pensieri fugaci si interrompono al suono del telefono, che scandisce la mia giornata, in un insieme di richieste, lamentele, battute a volte poco riuscite e di voci più o meno squillanti.

Quello che chiamano "lavoro d'ufficio" a volte è un insieme di riti, sempre gli stessi: il saluto con i colleghi al mattino, il telefono, la risata, il momento di tensione, il "buon pranzo", il "rieccomi qua" del primo pomeriggio, l'intoppo a 5 minuti dall'uscita, lo straordinario non previsto del tardo pomeriggio.

Interrotto da uno o due caffè, che per me è un momento di distacco e osservazione. Solitamente lo prendo in solitaria, da una macchinetta a dir poco triste, con un caffè che per sapore meriterebbe di essere usato come lubrificante per auto, ma che è consolatorio per il suo calore, specie nelle giornate fredde. Lo prendo dallo sportellino (se sono fortunato, perché a volte mi fa lo scherzo e resta lì), lo bevo con calme guardando la finestra, che da su un minuscolo cortile interno senza verde, ridotto a parcheggio per auto. In quel momento passano colleghi di altri uffici, che sono una bel mix di parole e atteggiamenti. A volte a crocchio, a volte in coppia, a volta soli come me, ma che fanno finta di leggere qualcosa sul telefonino o un qualche dépliant sgualcito pubblicitario.

Anche se sembra che stia guardando chissà dove, in realtà spero che passi lei... eh si... c'è qualcuna che mi piace. E' una ragazza carina, che indossa un profumo meraviglioso, di quelli dolci ma non stordenti. Non è una bellezza incredibile, ma ha quell'essere particolare nella semplicità. Lavora in una segreteria di un responsabile importante, ed è sempre di corsa. Purtroppo sono un timido di quelli paurosi, e mai mi sognerei anche solo di offrirle un caffè...

Ah il caffè è finito... l'ufficio chiama... sognerò forse alla prossima pausa... e magari vi parlerò di un po' dell'umanità che gira vicino alle macchinette...

giovedì 10 novembre 2016

Cosa succede - Il punto della settimana n.1

Sono tornato da poco a scrivere e già lancio una seconda novità.
Dopo la storia sulla vita di John (che spero vi piacciano), ho deciso di fare un post settimanale sugli argomenti secondo me più importanti o interessanti della settimana.

Argomenti liberi, senza schema e, anzi, se ne avete da indicarmi o consigliarmi, ben vengano!

Direi che, elezioni negli Stati Uniti a parte (sulle quali mi sono espresso in un post precedente), l'attualità italiana ruota attorno ai temi del Referendum Costituzionale, dei migranti, del terremoto e della legge di stabilità in ambito politico.

Temi non di poco conto, visto che ci interessano in molti casi da vicino. Tutti secondo me hanno un filo conduttore: la paura.

Paura di perdere la poltrona (il buon Matteo "stai sereno" Renzi rischia molto), paura del diverso e di non avere abbastanza per tutti (e le città si ribellano ai migranti), la paura di essere abbandonati e di vedere le brutture già viste in passate emergenze (Errani, ma il modello Emilia con il Mude e Sfinge semi-paralizzati chi li ha ideati?) e paura di non portare a casa il piccolo "obolo" per il proprio collegio elettorale (il famoso assalto alla diligenza della stabilità).

La paura è qualcosa che è stato inventato per proteggerci: paradossalmente è così. E' quel qualcosa che ci fa stare all'erta, che ci fa essere pronti a scappare o ci fa paralizzare. Mi chiedo se però di questi fatti recenti e di come sta andando il nostro Paese si debba avere paura. O forse, più che paura, bisognerebbe armarsi di una buona dose di senso critico, e cercare di scrollarci addosso un po' di quel fatalismo e "speraindio" che è tipico della nostra cultura.

Dobbiamo imparare a prevenire le emergenze, come i terremoti e le ondate migratorie, nel senso di essere più attenti nel costruire in sicurezza, con le tecnologie che ci sono e preparare dei piani di gestione dei flussi nell'ottica di tenere in Italia solo chi ha effettivamente bisogno di assistenza e asilo politico, e non chi non ne ha diritto. Anche perché se il destino di queste persone è raccogliere in nero pomodori nei campi a 3 euro a cassa da 50 kg. o ingrossare la manovalanza della malavita, credo che per loro un futuro non esista neanche qua.

Per il Referendum, parlerò in un apposito post più a ridosso. Mentre per l'assalto alla diligenza, beh, credo che sia degna di un film comico: spuntano le richieste più assurde, i rivoli diventano migliaia, e i soldi pubblici vanno ovunque, per puro spirito di regalia, sia da parte di destra che da parte di sinistra. In una sorta di omaggio a chi ti ha votato, che se no poi quando torni ti chiede conto. Soldi a Fondazioni, Enti, sagre paesane e interventi di cabotaggio talmente piccolo, che viene da chiedere se siano degni di essere inseriti in una legge di stabilità nazionale. Quando, probabilmente, basterebbe dotare le Regioni di fondi a tali scopi, di cui rendere conto ogni anno, sul come e dove sono stati spesi. Con meccanismi di solidarietà in caso di calamità, di aiuto per le zone più svantaggiate, oppure per decidere di dare sollievo ai cittadini. Perché magari la sagra del tartufo di chissàdove la si può fare anche senza la prebenda governativa, ma dare un sollievo ai cittadini in difficoltà è il compito principale di uno Stato... Ad maiora!

Io sono John - Episodio 3

"Ciao John, buongiorno!": la solita voce che puntuale ogni mattina sento attorno alle 8.15. Contiene un mix di rassegnazione e stanchezza, e dire che la giornata è appena cominciata. Questo suono proviene dal mio collega Gregory. Gregory, sulla quarantina, un tipo tranquillo se non fosse per la sua incontrollabile, enorme e pressante ansia. Emana ansia anche solo con un passo. E ogni file, lettera o link che non si apre sul suo computer è un attacco alla sua sanità mentale.

Poco dopo arriva Jennifer, altra mia collega coetanea di Gregory. Bella donna, nonostante l'età, con un bel modo di fare, ha un grande cruccio: non aver trovato l'amore della sua vita. E questo si vede nei suoi occhi e in come si pone sulle questioni amorose.

Un istante dopo, tutto trafelato e in ritardo cronico, ecco Robert: è appassionato di elettronica e di fumetti, il classico "nerd della porta accanto". Anche se spesso i fumetti li legge nelle pause di lavoro, quasi staccandosi dalla realtà.

Poco dopo, in arrivo dalla stazione delle corriere, arriva anche Samantha, anche lei sulla quarantina, viene da fuori città e ha un permesso per arrivare più tardi in ufficio, visto che solitamente passa la pausa pranzo vicino alla sua scrivania. Tipa piuttosto particolare, ha un caratterino un po' pepato, e non manca di punzecchiarsi con Gregory.

Caratteristica di tutte le mie colleghe del piano è quella di non essere sposate (e molte mai lo sono state...), né con figli. Ora, non pensate al solito maschilista integralista che vuole "la donna con il grembiule e fra bebè urlanti". Però sembrerà strano, ma nella maggioranza dei casi questo per una donna ha un peso.
E lo noti soprattutto quando parlano con altre donne, che mostrano l'ennesima foto del bambino che ha perso il 15isimo dentino o che è al suo primo giorno di Università. I loro occhi si velano di tristezza, rammarico e quel senso del "peccato non aver potuto". Non per tutte è così intendiamoci, ma se dico che una buona parte ci va vicino, non mi sbaglio. Alcune surrogano con cani e gatti, altre con un mare di amicizie, ma alla fine sfogano quell'innato senso di accudimento che è atavico nelle donne.

Non che gli uomini siano meglio: spesso sono o eterni Peter Pan in cerca di una Wendy che si prenda cura di loro (ed ecco che il senso dell'accudimento torna di moda), oppure sono dei finto duri atteggiati, che usano i loro suffissi Dott., Direttore e Sua Maestà per avere quel gradino che li stacca di due metri da terra (salvo poi caderci rovinosamente appena devono emettere più di due frasi di senso compiuto).

E poi dicono che gli uomini sono di Marte e le Donne di Venere:  ricordo che in mezzo a quei due pianeti, per chi non se ne fosse accorto, c'è la Terra, dove entrambi dovrebbero civilmente convivere... e caso strano, la Nasa vuole arrivare prima su Marte: solita maschilista...

Comunque diciamo che in questo microcosmo mi ci posiziono abbastanza bene, nel senso che i colleghi più di tanto non mi danno "fastidio", se non quando attaccano con polemiche e noiose lagne sul lavoro che è sempre troppo, con orari impossibili e con richieste continue, alle quali però ben si guardano dal dire no.

Mentre sto sistemando l'ennesimo file di inutili dati, tra questi pensieri, sento un rumore della porta... sta arrivando la mia responsabile...

mercoledì 9 novembre 2016

Donald the POTUS

E alla fine arrivò il "cigno nero". Come è accaduto per la Brexit, dove nessuno si aspettava la vittoria del "Leave", Donald Trump è diventato il 45° Presidente degli Stati Uniti (o meglio, lo diventerà il 19 Dicembre, quando i Grandi Elettori lo voteranno definitivamente).

Vorrei fare una mia piccola analisi di quanto avvenuto, da uomo della strada, che comunque non conosce l'America profonda perché non ci vive, ma analizza con senso critico quanto legge.

Il primo aspetto che va tenuto in considerazione è che, comunque sia andata, gli elettori americani sono andati a votare circa nello stesso numero di aventi diritto rispetto al 2012 (quando ci fu il trionfo di Barack Obama al suo secondo mandato). Quindi nessuna fuga dalle urne, come qualcuno paventava come possibile arma in più di Trump, in quanto secondo alcuni analisti si sarebbe potuto avvantaggiare del calo del voto afro-americano e ispanico.

Il secondo è che, come raramente accaduto in America, un candidato Presidente ha condotto una campagna elettorale contro tutto il suo Partito e contro una buona parte della stampa e dei media.
Se a questo si aggiunge l'uso massivo di "celebrities" da parte di Hillary, è facile intuire come Donald sia stato percepito come un candidato "di rottura", lo stesso ruolo che ha provato a giocare Bernie Sanders dalle parti dell'Asinello, ma con risultati differenti.

Il terzo è che Trump è un uomo di televisione: sa stare in video, sa come muoversi, non è mai impacciato e sembra sempre dire e fare ciò che pensa. E questo a quanto pare è piaciuto all'elettorato.

Il quarto è che Donald ha cercato voti dove, almeno in teoria, per lui era difficile trovarne: nei disoccupati bianchi del Mid-West, schiacciati dalla crisi, vedi ad esempio il caso del Michigan, terra della Detroit capitale dell'auto in disarmo, che dal 1992 votava Democratico (e nel 1992 aveva votato per Bill Clinton). Per un uomo che si propone come ricco immobiliarista, trovare i voti di chi è morso dall'indigenza o dalla scarsezza di reddito è stato veramente un jolly.

Il quinto, ma non ultimo, è l'emergere sempre più chiaro di tre realtà nel mondo occidentale: una è fatta di persone iper-connesse, che credono di essere informate su ogni cosa, ma in realtà non hanno una propria idea, facendosi trascinare da quanto i social media propongono, senza un alcunché di spirito critico (questa tendenza riguarda molto i giovani nativi digitali). La seconda è quella fatta dall'estremo opposto, cioè quelli che per ignoranza o impossibilità ai social media non sono legati, e che quindi vanno per sentito dire e votano di pancia o sulla base di quello che vota l'amico di fianco (solitamente le persone più anziane). Queste due rappresentano le due realtà che, in termini numerici, sono le maggioranze. Infine c'è la terza realtà, quella che a un sano realismo della seconda categoria, associa l'uso dei social media in senso critico, costruendosi una propria idea, senza usare quella degli altri pre-confezionata. Questa però è una sparuta minoranza.

Detto che in America probabilmente sarei di idee sicuramente più Repubblicane e avrei votato Trump, credo che però questo non nasconde i dubbi che nascono dalla sua vittoria: sarà capace? Quante delle sue promesse elettorali manterrà? Il Partito lo supporterà, visto che ha la maggioranza in entrambe le Camere, con conseguente aumento esponenziale della sua azione di governo?

Queste risposte The Donald ce le darà in 4 anni... nel frattempo vi lascio una piccola riflessione: la Corte Suprema americana ad oggi conta di 4 membri Democratici e 4 Repubblicani, in attesa di sostituzione del nono recentemente scomparso, e che con ogni probabilità sarà Repubblicano. Ma, in aggiunta a ciò 2 dei tre membri più anziani (ricordo che la carica è a vita, salvo rinuncia per gravi impedimenti e infermità) sono stati eletti da Bill Clinton, quindi riconducibili all'area Democratica. Uno è del 1933 e uno del 1938... il rischio è che la corte possa passare da "5 a 4" a "7 a 2", con la nomina di magari giudici relativamente giovani, che segneranno quindi l'azione delle leggi nei prossimi 30 anni. Donald probabilmente potrebbe influenzare anche la politica americana dei prossimi decenni.

martedì 8 novembre 2016

Io sono John - Episodio 2

Come tutte le mattine sono qui, a passare il badge davanti a quelle porte di metallo che mi separavano dalle scale.

Solito rumorino elettronico, le porte si aprono, e salgo le scale.

Sono tra i primi ad entrare, le signore delle pulizie sono ancora intente a passare l'aspirapolvere sul tappeto rosso del piano "nobile", quello riservato alle grandi autorità ed eccellenze a capo dell'azienda.

Io, quasi per timore di sporcare (e anche perché la signora delle pulizie appare minacciosa con la sua scopa) scanso il tappeto, sfiorandolo appena e girando subito l'angolo per entrare nel mio ufficio.

Chiudo la porta e accendo la luce: è una mattinata nuvolosa e ci si vede poco, e infatti rischio di inciampare contro la gamba della scrivania.
Sposto delle cartacce, mi levo la giacca e accendo il PC. Comincio a pensare a quale giornata mi attende. Spesso si assomigliano tutte: telefonate, file di Excel a profusione, presentazioni di PowerPoint che nessuno vedrà mai (o lo farà, ma buttando nel pattume un secondo dopo la stampa).

C'è un'aria frizzante, siamo agli inizi dell'autunno. Chiudo la finestra lasciata aperta dalla sera prima, per vedere se il clima si ristabilizza. E soprattutto perché fra un po' da quella porta entreranno le colleghe freddolose/accaldate/avete sempre la temperatura inversa rispetto alla mia.

Mi siedo e guardo il foglio scarabocchiato che ho davanti: un insieme di numeri, parole, ghirigori e disegnini apparentemente senza senso, ma che mi fanno venire in mente gli eventi delle giornate passate. Quella risposta data a un collega in difficoltà, il momento in cui ho pensato alle mie lei del passato, il momento di rabbia per qualcosa che non girava.

In un pezzo di carta è incredibile quante emozioni ci possano essere. E quanto possano essere diverse.
Pur se a scrivere è sempre la stessa mano...

Sono immerso nei miei pensieri, qui, nella solitudine del mio ufficio. Nella penombra che aiuta la mente, che immagina mondi meravigliosi, o tristezze, o gioie.
Immagino i miei progetti che si realizzano: una bella famiglia, il mio posto da responsabile, una bella casetta con giardino... Vedo io e la mia lei su una panchina davanti casa, con i nostri figli che giocano rincorrendonsi, il cane che abbaia e scodinzola felice, il sole che illumina la giornata...

Oh caspita si è spento il sole... cioè manca la luce... ma che cav... Mi volto: la signora delle pulizie, quella della scopa, ha spento la luce infilando una mano da dietro la porta. Lo sapevo: non dovevo sfiorare il tappeto appena pulito...

domenica 6 novembre 2016

Io sono John - Episodio 1

Buongiorno, il mio nome è John.

Ho 32 anni e vivo in una piccola cittadina della provincia del Nord Italia. Una di quelle province avvolte nella nebbia con il freddo, e che non ti fanno respirare con l'umidità d'estate.

Lavoro nella Direzione Commerciale di una importante azienda locale come impiegato, di quelli che vedi ogni giorno con la camicia e la cravatta nei bar più "in" del centro, sorseggiare un caffè alle 10 o uno spritz alle 18. Ecco, vicino a quei tavolini non mi ci vedrete mai, se non costretto: sono troppo amante del caffè e così poco avvezzo all'apericena alcolico, per uccidere il mio stomaco con quel sapore di bruciato o quel sentore di acqua liscia.

A quei tavolini vedi la più varia umanità, e io, novello Desmond Morris, cerco di intuirne riti, vizi e virtù, tra una pasta e un insalatone, un corretto sambuca e una ciotola di patatine.

Ci sono i bancari chic, tutti presi nelle loro amabili conversazioni sul PIL, lo spread e il concept (e le gambe della ragazza seduta nel secondo tavolino a sinistra.

C'è il gruppo dei giovani studenti universitari ormai cinque anni fuori corso, con un caffè in tre, che discernono con affabile sorriso di grandi temi dell'umanità e di codici di legge, provenendo dalla vicina facoltà di Giurisprudenza (e si, anche loro commentano le gambe della ragazza di prima).

Poi ci sono le due classiche amiche verso gli "anta", con il thè o l'orzo, la pasta vegan senza zucchero, senza burro, e senza olio di palma (insomma un pezzo di cartone vagamente cotto), che parlano di quanto sia "str.." il ragazzo della loro amica tanto dolce e carina, che nel mentre è giustamente uscita anche con il carino dell'appartamento di fronte perché "lui non la merita" e "lei merita di meglio" (anche loro guardano le ginocchia deformate della ragazza del solito tavolino, perché in fondo "che ci troveranno gli uomini in una così").

Ah ovviamente c'è anche la ragazza dalle "belle gambe", ammirata da tutti, ma che sorseggia il suo cappuccino con poca schiuma, in tazza vetro fredda con cacao, che fa finta di non accorgersi delle attenzioni, ma in realtà si bea del suo momento di celebrità.

E infine, immancabili, il gruppo di anziani, signori del tempo che fu, che con fare severo osservano tutto ciò che passa loro intorno, raccontando di ricordi, di "ai miei tempi era meglio", di "la sambuca era meglio una volta" e "se avessi 20 anni meno, la ragazza dalle belle gambe la conquisterei sicuro"...

Peccato che sia ormai ora di entrare in ufficio, rimarrei a osservarli ancora un po'... ma inizia una nuova giornata, e il "tempo è denaro"... (e comunque è vero, quella ragazza del bar era veramente carina...).

venerdì 4 novembre 2016

Vi presento John - episodio zero

Vi avevo annunciato novità, e una prima novità c'è...

Comincia un racconto a puntate, che come protagonista ha John.

Chi è John? Uno, nessuno e centomila, come diceva il buon Pirandello. E' un ragazzo del nostro tempo, di circa 30 anni, che vive in una cittadina di provincia, e che lavora come impiegato in un ufficio commerciale di una importante azienda della sua zona.

Racconterò la vita di John in ogni episodio, e mi piacerebbe sapere se vi ci ritrovate nella sua vita, oppure se è totalmente diversa dal vostro modo di vedere le cose.

Ah vi anticipo già: John è parecchio timido, quindi difficilmente lo vedrete in giro... però chissà, magari un giorno può darsi che abbiate modo di incontrarlo sul vostro cammino.

Intanto in questo episodio "zero" ho cercato di delinearvi un po' le sue caratteristiche, ma ovviamente il resto ve lo lascerò intuire puntata dopo puntata.

Quindi restate sintonizzati, e venite a conoscere John!

Dopo un lungo silenzio...

Era da Novembre 2014 che non scrivevo più un post.

I motivi? I più vari e più strani. Però adesso sono tornato.

Il titolo del post l'ho rubato a Dylan Dog: il numero 362, uscito recentemente in edicola, fa tornare a "parlare" il mitico Tiziano Sclavi, storico creatore dell'indagatore dell'incubo.

Io, nel molto piccolo, torno a scrivere nel mio blog. Torno a raccontare, come ho fatto in precedenza, tutto quello che mi passa per la mente. Sperando di incuriosire, di far sorridere, di far riflettere o anche di indignare, arrabbiare, confondere... insomma, sperando di suscitare una emozione.

Perché è quello che cerco di fare ogni volta che scrivo qualcosa, scrivendo per me, ma cercando di veicolare un messaggio.

Dopo questo breve preambolo, fra poco leggerete il primo post del nuovo corso, per il quale ho diverse idee che mi "frullano" in testa, e spero di metterle tutte in campo.

Quindi, preparatevi, dopo un lungo silenzio, sono tornato...