lunedì 19 dicembre 2016

Io sono John - Episodio 20

"Mi raccomando ragazzi, martedì c'è l'apericena di Natale dell'ufficio! Tutti presenti, non potete mancare!" annuncia Jennifer, con fare ironico.

"Noo! Che schifezza!" esclama Gregory "Vedere quell'antipatica del secondo piano e le sue colleghe mi fa venire ribrezzo... Tutte "pucci pucci" e amiche in quell'occasione, e che non fanno altro che sparlare di te dietro"

"Già, è un bello schifo" chiosa Robert "Dovrebbero abolirle 'ste cose. In fondo non piacciono a nessuno, sono solo un obbligo di cui si farebbe a meno"

"Parole sante" afferma Samantha, mentre sistema sulla scrivania una sua pratica con fare nervoso

"Ragazzi, su dai, dobbiamo andare perché non possiamo mancare, che figura ci facciamo con Mr. Jefferson? Ci tiene che tutti gli uffici della sua Direzione siano presenti. Quindi un piccolo sforzo e andiamo..." dice Allison, con fare risoluto.

"Si, dai, ma solo perchè è Natale" dicono tutti quanti in coro, come una cantilena natalizia

"John, e tu cosa ne pensi?" chiede Allison, girando lo sguardo verso di me, che in quel momento osservavo in silenzio da dietro il mio pc.

"Per me sono l'emblema del falso e dell'inutile. Il classico esempio di rapporto di circostanza, dove devi fingerti amico di persone delle quali nella migliore delle ipotesi non sai neanche chi siano, nella peggiore ti stanno cordialmente sulle scatole"

"John, come sei categorico! Per forza poi passi per un orso!" mi rimbrotta Samantha, mentre continua a muovere i fogli delle pratiche

"Orso o non orso, io dico sempre quello che penso... se piace piace, se non piace Piacenza..." rispondo io, con un mezzo sorriso

"Quindi" riprende Allison "Dico che andiamo tutti?"

"Siiii, veniamo!" urlano tutti come i bambini in gita all'asilo al richiamo della maestra.

"Io no" affermo perentorio, con voce un po' scocciata

"Te la vedrai poi tu a spiegarlo a Mr. Jefferson... Vedrai che vorrà sapere perché non sei venuto" mi esorta Allison

"No, Allison. Mr Jefferson manco sa chi sono, e anche se lo sapesse, stai tranquilla, non se ne accorge di sicuro"

"Ok, fai come vuoi... poi non ti lamentare"

"Non ti preoccupare... Alla mia età le responsabilità me le so prendere..."

Detto questo, ognuno torno al suo lavoro. Tutti parlano a voce basse, criticando e interrogandosi sui futuri commensali dell'apericena, ricordando gli abiti e gli atteggiamenti più grotteschi e strani delle edizioni precedenti. Spuntano parrucche memorabili, cappellini natalizi con luci, spumanti di scarsa qualità, abiti di pizzo succinti indossati in maniera troppo provocante, gente persa nella nebbia, dj dal vago sapore anni '60 e così via.

Io odio le cene aziendali. Le detesto. Ma non per la cena in sé, io sono un amante della convivialità e della tavola. Le detesto per il contorno: quel finto "volemose bene", quel divertimento artificiale, quel troviamoci fuori dal contesto lavorativo per farci due risate, che, se la compagnia non è quella giusta, rischia di diventare il festival dei silenzi imbarazzanti o del ridicolo.

Con gente che si vede che si sforza di divertirsi, che fa finta di smuovere la serata, ma nella realtà è solo alla ricerca di un momento di pseudo-celebrità, pensando di mettersi in mostra, ma con risultati a dir poco deludenti. Non sarebbe meglio condividere momenti con persone con cui ti fa piacere stare, piuttosto che dare aria a questi formalismi da feste anni '80 o party "da film USA" nelle aspettative, che diventato un concerto di Tony Corallo in piazza (con tutto il rispetto ovviamente per il dalmata di Rovigo).

No, non ci vado alla festa... io voglio stare alla sera con chi dico io, nel mio tempo libero... e ci sono persone che meritano di più la mia presenza e con le quali mi fa più piacere stare. Alla larga da finti sorrisi e pacche amichevoli date per circostanza...


4 commenti:

  1. Così mi piaci,quando affronti le situazioni con decisione,senza essere finto o falso.Bravo.bravo,bravo.

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    1. John agisce sempre per come pensa, poi a volte ci prende e a volte no. Ma sa riconoscere gli errori. E qui non si sbaglia...

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  2. Vuoi dire che non tisbagli che è tutta una farsa.Secondo me hai ragione

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