giovedì 15 dicembre 2016

Io sono John - Episodio 18

"Ragazzi, un grande annuncio... vi spostiamo di ufficio!" comunica entusiasta David, affacciandosi nell'ufficio dalla porta a vetri in maniera repentina e sfuggente "Il trasloco sarà a fine settimana, preparate i cartoni!".

Mentre io la prendo con molta serenità e con quasi indifferenza, davanti a me si scatena un panico sottile e palpabile. "Oh, mamma, dobbiamo traslocare, fare gli scatoloni, aiuto!" esclama Gregory, in preda alla sua proverbiale ansia. "Ma stai tranquillo" risponde Samantha "Che ci vorrà? Quattro cartoni, infiliamo tutto e poi i facchini porteranno tutto nel nuovo ufficio" "Si ma... se mi rompono qualcosa? Se perdono uno scatolone con documenti delle nostre analisi degli ultimi anni e poi ce le chiedono? Come facciamo? Rimaniamo senza? Non possiamo permettercelo..." sciorina Gregory, con ansia arrivata a livelli prossimi alla stratosfera.

Robert interviene: "Beh dai, si può fare un inventario su un documento, tracciamo tutto con delle etichette e verifichiamo che nulla si perda nel tragitto: ho un programmino che forse fa al caso nostro, produce anche i codici a barre". "Ma dai, per quattro scatole tutto questo lavorio" sbotta Samantha "Vedrai che non si perde niente, facciamo 'ste quattro scatole e via..."

Nel mentre io, con la mia solita calma e spirito organizzativo, ho già preso gli scatoloni, impacchettato la mia scrivania, impacchettato due armadi su 8 e continuo a godermi la scenetta che mi si pone davanti. Ah, ho dimenticato di dirvi che non cambiamo città, ci stiamo solamente spostando di un piano nello stesso edificio.
Purtroppo Allison non c'è, altrimenti gli avrebbe già azzittiti tutti e riportati all'ordine. Invece, in sua assenza, tocca a me dare un minimo di calma e serenità all'ufficio.
"Ragazzi, calma. Non è successo niente, è un banale trasloco di carta. Ho preso i cartoni e il nastro adesivo, con i pennarelli. Scriviamo sopra le scatole cosa abbiamo messo e chiudiamole. Quando poi ce le portano nel nuovo ufficio, le sistemeremo" affermo con voce calma e perentoria. "Si, John hai ragione. Ma sono in paniiicccooo!" esclama Gregory.

"Dai, mettiamoci all'opera!" esorta Jennifer. "In due minuti faremo tutto!" "Siii, andiamo!" esclamano tutti in coro. "Prima però dell'opera diamoci la carica: un buon caffè al bar qui sotto? John, visto che sei già avanti, rimani tu a presidio dell'ufficio?" "Tranquilli, andate pure, ci penso io".

E come al solito, mi torna in mente il motto "armiamoci e partite"... Rimetto la testa verso lo schermo, e continuo a scrivere il report che stavo realizzando, pensando che come al solito sono rimasto con il caffè della macchinetta...

2 commenti:

  1. Questi tuoi colleghi sono davvero strani.HANNO PAURA DI UN TRASLOCO.Io li manderei a lavorare in miniera a 10 metri di profondità.

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