martedì 20 dicembre 2016

Popolo Voucher

Ieri sono usciti i dati Inps relativi al lavoro del mese di Ottobre: andando oltre al solito, sterile, balletto dei numeri (nuovi posti, conversioni, inoccupati, ecc.) di chi vede come sempre il segnale della ripresa o del tracollo in atto, quello che emerge come elemento più lampante è l'aumento dei voicher. Ad ottobre sono stati emessi 121 milioni di voucher, pari al 32% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

L'aumento è sicuramente stato incrementato dall'allargamento delle attività lavorative per le quali il voucher è utilizzabile, previsto dal Jobs Act, una delle più discusse leggi del governo Renzi, che è già nel mirino dei sindacati (CGIL in testa) per un possibile referendum abrogativo su alcuni punti contestati.

Come sempre, cerco di dare alcuni spunti di riflessione, lasciando poi a voi la possibilità di commentare e di dire la vostra. Partiamo dall'opportunità dell'uso dello strumento dei voucher.
Sicuramente il voucher è utile per far emergere alcune situazioni di "lavoro nero strisciante", che altrimenti sarebbero impossibili da individuare, o comunque molto dispendioso. Basti pensare a tutte quelle attività di cura alla persona e alla casa (baby-sitting, pulizie domestiche, cura del giardino ecc.) che molto spesso non arrivano singolarmente ad avere importi rilevanti o continuativi nel tempo, e hanno spesso carattere di occasionalità e non continuità. In questo caso il voucher è una tutela per entrambe le persone, sia per il lavoratore che per il datore di lavoro, in quanto la prestazione occasionale è così coperta dal punto di vista di infortuni sul lavoro, di contributi e di legge. Va ricordato che spesso questi lavori sono svolti o da ragazzi alle prime esperienze lavorative o da chi comunque non ha alternative di lavori più stabili, e quindi sbarca il lunario con questi lavoretti.

Purtroppo, c'è il ma... l'incremento delle attività lavorative per cui il voucher è utilizzabile, ha ovviamente aperto opportunità di utilizzo più ampie, nell'ottica di permettere di far lavorare più persone, ma dall'altro ha aumentato la precarietà, perché dietro a un voucher non c'è un contratto o un minimo di ore o di paga. C'è un accordo libero tra due persone per fare un determinato lavoro dietro un compenso. Dove il prestatore di lavoro, specie in un periodo di crisi come quello attuale, non ha una grande forza contrattuale, soprattutto per quei lavori che non richiedono una elevata specializzazione. Ecco che molto spesso quindi, a fronte del pagamento di 2 o 3 voucher, che dovrebbero essere 2/3 ore di lavoro, si nasconda in realtà una attività lavorativa più lunga, magari in parte pagata anche in nero, ma che con il voucher diventa "legale", in quanto il datore ha la copertura che è data da questo strumento nei confronti delle autorità coinvolte. 

A parziale sistemazione di questa anomalia è intervenuto il meccanismo della preventiva comunicazione, dove il datore di lavoro deve comunicare all'Inps l'inizio dell'attività 60 minuti prima dell'utilizzo del buono lavoro, con obbligo di dare corso entro i 30 giorni successivi allo svolgimento, pena severe multe. Il meccanismo presenta delle deroghe per alcuni datori di lavoro (agricoli, famiglie, attività non commerciali...) e comunque la comunicazione ad oggi avviene per il tramite dell'invio di una semplice mail via PEC a un indirizzo dell'Ispettorato del Lavoro territorialmente competente.

In realtà credo che il vero problema sia la mancanza di controlli che devono essere fatti, anche perché ad oggi non sono stati forniti dati sui controlli effettuati dall'Ispettorato proprio a fronte di queste comunicazioni. E comunque non sono validi sistemi a garanzia di forme di lavoro non precario o sotto-pagato.

Credo che un intervento del governo sia necessario, al fine di tornare alla vecchia logica del voucher, aperto solo a famiglie e associazioni, che così possono erogare forme di pagamento legali per le piccole attività quotidiane che lo richiedono. Di certo non voglio vedere un pubblico esercizio con 4 ragazzi che lavorano tutti con i voucher... perché se li vedo tutti i giorni, di occasionale, c'è solo la voglia del datore di lavoro di pagarli adeguatamente e dargli le tutele dei contratti.

2 commenti:

  1. Ci sono territori italiani, dove da sempre l'autoctono si lamenta del "terrone" sfaccendato sempre in nero sulle spalle degli onesti lavoratori, nei quali il voucher significa pago un minimo di tasse per il ticket è il resto te lo do in nero. Dove nel locale alla moda, alle ore 22.34, lo scontrino emesso era il numero 3 di giornata. l'Italia è stata, è e sarà sempre terra di conquista.

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    1. E' proprio così... purtroppo è un male italico, trovare il sistema per fregare le tasse...

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