mercoledì 28 dicembre 2016

Io sono John - Episodio 23

E Natale è andato. In ufficio c'è poca gente, molti hanno preso le ferie, per godersi il clima delle festività, magari in qualche bella montagna qui vicino.

Io, invece, sono qui al mio posto. A scrivere sul PC i soliti report inutili e a pensare a come sarebbe bello poter fare un po' di vacanze su quelle montagne. Godere l'aria frizzante, vedere i colori dell'inverno, la neve, scaldarsi con una bevanda calda, una coperta e un abbraccio.

Guardo dalla finestra, sperando di vedere qualcosa che mi distragga la mente, ma purtroppo come sempre vedo solo il triste muro di fronte, con le persiane un po' in disarmo, colpite dagli eventi atmosferici. Sembrano come me, aggrappate alla facciata tenacemente, ma con la minaccia che un colpo di bufera le possa prima o poi staccare e fare arrendere, provocandone la caduta.

Il silenzio mi colpisce. Non sentire nessun rumore, nessun movimento, a differenza di quanto sono abituato a udire normalmente, beh, mi sorprende. E' una sensazione difficile da spiegare a parole, ma che posso immaginare come l'essere immerso in un enorme batuffolo di cotone, dove non si sente nulla attorno, e vedi tutto bianco e senza forma alcuna.

L'unica luce e rumore è il pc che ho davanti a me, con il monitor che compone una nevicata di lettere di vari colori, che ormai si stratificano sempre più, senza avere un senso preciso. Ci sono ancora i pacchi, in quanto il trasloco dell'ufficio è stato rimandato, con la scrivania che è vuota, con tutto il suo contenuto è ora al riparo negli scatoloni. E questo aumenta il senso di vuoto e di monocolore, di silenzio.

Il post-Natale mi porta sempre questa sensazione. Come di vuoto. Quella che ti prende subito dopo che hai aperto il regalo, che la cena è finita. E ti restano solo gli avanzi e la tavola da sparecchiare, le briciole da spazzare, i festoni da raccogliere. E magari sei seduto, con il maglione orrendo che ti hanno legato, sulla poltrona a guardare l'ennesima replica di "Una poltrona per due", che ormai sai a memoria. Quando pensi che poteva andare meglio, o che potevi avere di più, o che non hai accontentato qualcuno. Che il Natale avrebbe potuto regalarti una magia, e invece no. E ti prende quel senso, appunto, di vuoto, che non ti fa vedere nulla intorno a te. Come se nulla fosse successo. Una sorta di isolamento dalla realtà. Poi il telefono squilla, e mi riporta alla quotidianità...

7 commenti:

  1. Perchè non diventi Babbo Natale di te stesso e ti costruisci la tua vita con grinta invece di piangerti addosso e di pensare a cucinare altri devono fare queste cose tu devi formare famiglia è una priorità.

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    1. John ti ringrazia per queste parole. In effetti a volte si chiude in se stesso o nelle cose che gli danno sicurezza... magari con la spinta giusta, chissà...

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  2. PRENDI UN CAFFè IN PIù E SPINGITI NON CUCINARE CUCINA SOLO SE TE LO CHIEDE LA TUA AMATA.FORSE LEI DA TE VUOLE ALTRE COSE:CONDIVIDERE UNO SPORT.VISITARE QUALCHE CITTà, PASSARE UNA SERATA INSIEME.FIDATI DELLA MIA ESPERIENZA DATTI DA FARE UN UCCCELLINO MI HA DETTO CHE CE L'HA FARAI SEI SARAI MOLTO STUZZICANTE E GALANTE NEI SUOI CONFRONTI CON ATTEGGIAMENTI DA CORTEGGIATORE NON DA CUOCO.

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    1. Allora John proporrà un bel weekend a Parigi... magari funziona...

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  3. Supergrande secondo me funzionerà,mi raccomando sii molto dolce e passionale.

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  4. Prova,prova,non indietreggiare.

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