mercoledì 21 dicembre 2016

Io sono John - Episodio 21

Ecco, mi sono preso il raffreddore. A furia di passare dal caldo tropico dell'ufficio al freddo polare della strada, è già tanto se non mi sono beccato una polmonite. L'unico effetto che ottengo nell'ufficio è di sudare tutti i giorni dell'anno: d'inverno per il caldo del riscaldamento, d'estate per la mancanza di aria condizionata. E' una lotta estenuante con le colleghe, che sentono sempre freddo, come se avessero la temperatura invertita rispetto alla mia.

Quasi quasi, potrei trovarmi un ufficio tutto per me, dove stare sereno, rilassato, a temperatura ottimale. Tipo quelli di Fantozzi, con serra di piante di ficus e poltrone in pelle umana, da grande capo. No, dai, se no poi alla fine mi annoierei. Da solo in ufficio è una tortura. Soprattutto in quei momenti (pochi a dire il vero) in cui non ci sono cose particolari da fare. Quando si è soli non si riesce a far passare quella dannata lancetta, perché se non sei concentrato su qualcosa che ti "distrae" i tuoi occhi cadono lì. Su quelle lancette che scandiscono il tempo. E che scorrono sempre più lentamente mano a mano che le fissi.

Pensateci un attimo: sapreste dire quanto dura un minuto? No, perché nella medesima situazione può essere diametralmente opposto come durata: pensate a una partita di calcio, tipo una finale di un mondiale. La partita è sull'uno a zero e siamo all'ultimo minuto di recupero del secondo tempo: per la squadra che sta vincendo è l'eternità che gli separa dalla vittoria, per quella che perde corre velocemente l'ultima possibilità di poter agguantare un pareggio, e sperare di protrarre la partita e vincercela ai supplementari o ai rigori.

Ecco, quanto dura un minuto: dura quanto noi lo sentiamo. Il minuto che manca prima che finisca il tempo dell'esame e non abbiamo ancora finito, il minuto che ci separa da vedere chi amiamo, il minuto che manca alla consegna di un progetto o quello che manca alla fine della giornata lavorativa.
Mi ricordo quando dovevo incontrare la mia ex-ragazza, quanto durava quel minuto, seduto in macchina nell'attesa che scendesse, bellissima, da casa sua ed aprisse la porta. Fino a che non sentivo quel suo bacio, quel minuto era una eternità, specie se non l'avevo vista per tutta la settimana, perché in quel momento era l'unica cosa che desideravo: il suo bacio, il suo sorriso, la sua mano nella mia.

Poi dopo, il tempo insieme a lei scorreva velocissimo, e a volte, pur venendo sera, mi sembrava di essere stato insieme a lei solo un minuto, quello stesso tempo che aspettavo per vederla rientrare a casa, scendendo dalla mia macchina, dopo avermi dato un bacio dolcissimo.
Un minuto, un solo minuto, quanta differenza fa... a proposito, l'ora è scoccata, la giornata è finita, posso mettermi la giacca e tornare a casa... anche oggi è andata...

7 commenti:

  1. L'AMI DAVVERO TANTO QUELLA RAGAZZA.LA DEVI CONQUISTARE AD OGNI COSTO,SEI DOLCISSIMO MENO LEI CREDO,CHE IL NATALE SIA TUO ALLEATO TE LO MERITI.

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    1. Purtroppo per John, le cose in questo caso si fanno in due...

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  2. Ho capito che si fanno in due,ma sveglia sei un adulto ormai.Non ti nascondere,non essere impacciato sii più forte di lei che diamine.

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    1. John sta facendo tutto quello che può... ma credo che ci vorrà un po' di tempo...

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  3. Vuol dire che sei sulla buona strada? Sono superfelice per te .

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