mercoledì 29 ottobre 2014

Renzi vs. Sindacati

Ieri sera ho seguito alcuni spezzoni di DiMartedì, il programma di approfondimento politico di Floris su La7.

Mi sono particolarmente interessato all'intervista al segretario della Cgil Camusso, la quale dava una sua visione dello scontro verbale a distanza tra Renzi e i sindacati.

Stiamo assistendo a qualcosa di anacronistico: un partito accreditato di più del 40% dei consensi, il quale si divide sulla manifestazione del sindacato, a lui teoricamente più vicino, perchè il leader del Pd non lo ritiene una controparte da considerare in sede di stesura della manovra economica e, cosa ancora più rilevante, del Jobs Act (o per i non anglofoni riforma del mercato del lavoro).

Secondo me la verità sta nel mezzo, come in tutte le cose di buon senso.
Se si vuole fare una qualsiasi manovra economica o riforma del mercato del lavoro il confronto con i rappresentanti dei lavoratori sono necessari e direi quasi obbligatori.

Il problema è chi rappresenta oggi i lavoratori: i sindacati di oggi appaiono spesso lontani dalla realtà, difensori di idee che hanno ormai 40 anni e non sono più attinenti al mondo del lavoro di oggi, dove si tutelano in pochi e si lascia in balia degli eventi la maggioranza, spesso giovani che non trovano così una loro dimensione.

E' però sbagliato anche da parte di Renzi dire che non esiste più il posto fisso e che bisogna chinarsi alle logiche di licenziamenti facili.

Il mercato del lavoro andrebbe riformato in senso di flessibilità nella continuità: se perdo il lavoro devo avere un mercato che nel giro di poco me ne possa offrire un altro, e nel periodo in cui rimango a casa avere un sussidio che mi permetta una vita decorosa. Se rifiuto il nuovo lavoro, perdo il sussidio.

Credo che una azienda, se ha un lavoratore bravo e capace, non lo licenzierà mai, perchè non è suo interesse farlo. Bisogna però intervenire nella riduzione del cuneo fiscale del costo del lavoro, riducendo le tasse che gravano sul datore di lavoro, il quale avrebbe anche come effetto non secondario la riduzione dei prezzi. L'importante sarebbe veicolare la riduzione del cuneo a nuove assunzioni, in una logica dove ti diminuisco le tasse se assumi e fai crescere forza lavoro (e indirettamente lo Stato recupererebbe parte del cuneo diminuito).

Capisco che però il sig. Renzi debba risponde alle istanze di Marchionne e dei pseudo capitani di industria che stanno delocalizzando solo per vedere aumentare i loro dividendi.

1 commento:

  1. Se Landini in piazza sotto i manganelli parla come un barricadero revolutionario da operetta, promette fuoco e fiamme e dopo l'incontro con Alfano (!!!!) pare un agnellino DI CHE COSA STIAMO PARLANDO???? Non siamo alla frutta, stiamo prenotando per la prossima volta

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