giovedì 9 febbraio 2017

Speciale Cinema - Florence

Benvenuti ad un nuovo "Speciale Cinema"! Oggi parleremo di "Florence", il film incentrato sulle vicende di Florence Foster Jenkins, soprano dalle doti canore discutibili e ricca ereditiera filantropa, che ebbe nonostante ciò una certa popolarità negli States negli anni tra le due guerre. Nel ruolo della protagonista troviamo Maryl Streep, mentre Hugh Grant interpreta il secondo marito St. Clair Bayfield, ex-attore di avanspettacolo inglese con modi da gentleman e molto più giovane di Florence, che sposando Florence trova una sicurezza economica, pur non disdegnando la frequentazione di altre donne.

La trama racconta gli ultimi anni di vita della cantante/filantropa, nei quali riesce ad ottenere un grande successo di pubblico con i suoi concerti, nei quali emergono i suoi evidenti limiti canori, suscitando però l'acclamazione del pubblico. Il secondo marito St. Clair si prodiga affinché sua moglie riesca a vivere il sogno della celebrità, usando ogni tipo di mezzo.

Il film sembra vivere su due piani: quello di Maryl Streep, altissimo e ben recitato, e quello di tutto il resto, dove non ci sono spunti particolari, se non Simon Helberg, che nei panni del pianista Cosmè McMoon riesce a dare un po' di brio alla pellicola.

Hugh Grant è ancora una volta imprigionato nel ruolo del "gentleman inglese", che ormai sembra interpretare un po' come un caratterista e la trama ha qualche buco, come ad esempio l'amante di St. Clair, che all'inizio del film occupa un ruolo molto evidente e poi improvvisamente scompare con motivo abbastanza futile, così come per gli altri personaggi secondari.

Sostanzialmente tutto scorre tenuto dal "collante" Streep, che con la sua mimica perfetta e la sua recitazione descrive egregiamente i sentimenti e gli stati d'animo di Florence, donna forse un po' troppo ingenua o abbagliata dai suoi sogni musicali, da non vedere la campana di vetro nella quale è rinchiusa, creata proprio dalle persone che lei ritiene amiche. La sola recitazione del personaggio principale, però, non fa diventare la pellicola un capolavoro o un film adatto a un largo pubblico e forse difficilmente strappa una seconda visione.

Apprezzabile comunque il tentativo di portare alla visione del grande pubblico "piccole storie" di personaggi dello spettacolo, magari poco conosciuti, ma che possono offrire spunti anche di riflessione, in un contesto leggero, ma non demenziale.

Detto questo, vi lascio alla visione (se vorrete) del film (e magari, se volete scrivere anche la vostra opinione nei commenti, è ben accetta) e a rileggerci con il prossimo "Speciale Cinema".

5 commenti:

  1. Mi permetto di porre il focus su un dettaglio: la scomparsa dell'amante potrebbe sembrare causata da un motivo "abbastanza futile" se non fosse che nelle battute che precedono l'addio, il nostro gentleman, imprigionato nel suo ruolo da Hugh Grant, non avesse recitato più o meno così "se non fossimo andati via..tutto questo non sarebbe successo, ergo è colpa mia, mi sento colpevole".
    Frase che ammazza e non lascia scampo alla giovane amante che comprende che è e per sempre sarà la numero 2.
    Nella scena successiva lui la molla al tavolo perché ha una questione ancora più importante da risolvere. Salvare la dignità (intoccabile) della devota moglie numero 1.
    Anche la migliore amante del mondo, in tempi antichi e moderni, non avrebbe retto il colpo..a patto di non perdere per sempre la propria dignità.
    Lui la rincorre, ma non troppo.
    Un bel segno di rispetto.
    È tutto un gioco di dignità e reputazione, dal quale nemmeno l'immenso McMoon è immune.

    È probabile che il film non si presti a una seconda visione..ma ad una in italiano e ad una successiva in inglese sì.
    Dignitosamente,
    Dora

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    1. Grazie per l'opinione Dora. Credo comunque che la scena manchi di un pelo di mordente, pur avendo compreso lo spirito come da te indicato. E secondo me la versione inglese è più godibile, ma sicuramente non lo avrei visto due volte in italiano.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Vorrei poter presto commentare la sua recensione di quel capolavoro tutto italiano che titola "Alex e l'ariete".
    Ossequi,
    Dora

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