mercoledì 8 marzo 2017

Speciale Calcio - In Italia...

Ieri sera è andato in onda l'ennesimo esempio di come il nostro calcio sia ormai anni luce distante da quello degli altri paesi. Il Napoli è uscito sconfitto con un passivo di 6 reti nella doppia sfida con il Real Madrid. Voi direte: ci sta, la differenza tecnica tra le due squadre, la poca esperienza internazionale di Sarri e via di altri motivi.

Lasciando perdere tutto questo, io vorrei solo fare un confronto: ieri sera hanno giocato contro la prima classificata della Liga attuale contro la terza forza del nostro campionato. Ora, che ci possa essere un po' di differenza, questo è chiaro. Ma che la terza forza del nostro campionato (che al momento in Liga è il Siviglia, vincitore negli ultimi 11 anni di 5 Europa League) non riesca neanche ad impensierire per un attimo la prima forza della Liga, e che inoltre l'unica che al momento se la possa giocare alla pari sia la Juventus, pur avendo dimostrato che qualche limite c'è, e che in Europa League stessa l'unica superstite è la Roma, bocciata ai preliminari di Champions e seconda forza del campionato italiano, la dice lunga sulle basse prospettive attuali del nostro movimento.

Perché tutto questo? Perché gli altri sono più bravi? Più furbi? Hanno più soldi grazie ai ricchi investitori stranieri? Non solo, purtroppo.

Noi paghiamo l'era delle "Sette Sorelle": club gestiti da "padri-padroni", che hanno usato il club con una sorta di "finto-mecenatismo", per dare lustro o credibilità alla loro storia imprenditoriale (Tanzi, Cragnotti, Sensi e Cecchi Gori) o per mantenerne il prestigio (Berlusconi, Moratti e gli Agnelli/Elkann). Peccato che tutti questi signori, in collaborazione con le amministrazioni comunali propritarie dei vetusti stadi italiani, non hanno mai pensato, invece che strapagare calciatori per farsi la guerra, a costruire ed ammodernare all'epoca gli stadi, che oggi sono la prima ed enorme fonte di guadagno dei top club europei. Voi direte: e ma i tifosi? Le violenze? Ricordo che l'attuale campionato più ricco, la Premier League inglese, dove ricordo almeno 5-6 squadre possono ambire al titolo, fino a qualche anno fa aveva a che fare con gli hooligans, i tifosi che ancora adesso in trasferta mettono a ferro e fuoco le città.

E quindi cosa fare? Credo che il giusto mix sia un po' quello che tre squadre italiane stanno facendo, anche se non in maniera organica: la prima è la Juventus, che ha fatto lo stadio di proprietà, adatto alle sue esigenze, sempre pieno e senza tifo violento dentro l'impianto. La seconda è il Milan, almeno quello che sarà fino al presunto "never-ending-closing", che ha puntato sui giovani, e la terza è l'Inter, che, seppur vituperata, è stata venduta a un gruppo straniero forte, che investe (poi va beh, forse l'allenatore scelto in partenza poteva essere valutato meglio).

Dobbiamo smettere di dipendere dagli introiti della pay-tv, vedere il calcio come politica, stare dietro ad amministrazioni comunali che non vogliono perdere gli affitti degli stadi cadenti dove, se va bene, l'ultimo ritocco è di Italia '90 (e che lavori all'epoca...). Quindi se vogliamo tornare competitivi, credo che la strada da seguire siano quelle tracciate dai club più blasonati italiani.

Voi cosa ne pensate? Lasciatemi pure il vostro commento. E ci vediamo con il prossimo "Speciale Calcio".

1 commento:

  1. Sono d'accordo con te.Purtroppo tutto ruota intorno alla politica compresa la religione.

    RispondiElimina